Dieta alcalina: cos’è, come funziona, menù

La dieta alcalina è un particolare regime alimentare che è stato concepito da Robert Young con lo scopo di evitare una concentrazione eccessivamente elevata di sostanze acide nel sangue. Per questo viene prestata grande attenzione al pH, il quale è il risultato dell’equilibrio della concentrazione di basi e acidi: un equilibrio che non sempre è rispettato.

Perché scegliere la dieta alcalina

Secondo Young, nel caso in cui la concentrazione di acidi e basi all’interno del sangue non sia equilibrata si corre il rischio di avere a che fare con problemi di salute, come per esempio la chetosi e l’acidosi lattica, ma anche – addirittura – con una maggiore probabilità di sviluppare una forma tumorale. Non bisogna pensare che la dieta alcalina sia per forza di cose una dieta vegetariana: se è vero che la carne di norma non ne fa parte, è altrettanto vero che il pesce – invece – è presente.

Come accennato, lo scopo di questo modello alimentare è quello di limitare per quanto possibile la produzione di acidi così da evitare l’acidificazione del sangue, favorendo al tempo stesso la produzione delle basi.

Per Young la ritenzione idrica, il peso in eccesso, i calcoli renali, il cancro e l’ipercolesterolemia devono essere ricondotti e attribuiti all’acidificazione del sangue. Una acidificazione che, di conseguenza, deve essere curata: e per farlo si ricorre alla dieta alcalina, con la quale il pH del sangue viene portato a livelli più alti di 7. Come si fa? Semplicemente si mangiano i cosiddetti cibi alcalini, cioè alimenti con pH basico.

Cibi alcalinizzanti: cosa mangiare

Alimenti consigliati

  • verdure;
  • frutta;
  • pesce.

Per quel che riguarda le verdure, in realtà vanno bene tutte e non ci sono ortaggi da evitare: se proprio si desidera qualche indicazione a proposito dei prodotti più raccomandati, vale la pena di menzionare la zucca, i broccoli, i cavolfiori, gli spinaci, il sedano, le carote e la bieta.

Tra i frutti, invece, sono suggeriti l’avocado, i datteri, l’uva, il melone, l’ananas, il pompelmo, il lime, il mango, le ciliegie, le fragole, l’arancia, le banane, le pere e le mele. Non è detto che si sia obbligati a mangiarli interi: anche i succhi vanno bene, purché fatti in casa.

A proposito del pesce, infine, sarebbe opportuno optare in modo particolare per il tonno, per il salmone, per la trota e per la spigola.

Ma non è tutto: in una dieta alcalina possono rientrare anche i legumi e soprattutto i fagioli, oltre ai cereali. Particolare attenzione deve essere prestata all’acqua alcalina: se è vero, infatti, che uno dei punti più importanti di questo regime alimentare è rappresentato dal consumo quotidiano di non meno di due litri di liquidi, è altrettanto vero che non tutti i tipi di acqua hanno lo stesso effetto. Young, infatti, consiglia di ricorrere all’acqua di rubinetto solo se depurata e sottoposta all’azione degli ionizzatori, che la trasformano in acqua alcalina. Se proprio non si ha la possibilità di rinunciare all’acqua in bottiglia, l’importante è che sia oligominerale e abbia un pH non inferiore a 9.5.

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Cibi acidificanti: cosa non mangiare

Ovviamente, accanto alla lista degli alimenti consigliati, è opportuno redigere anche una lista degli alimenti che dovrebbero essere evitati: o, meglio, degli alimenti che non devono superare il 30% dell’apporto energetico complessivo quotidiano.

Si tratta di quei cibi che rilasciano acidi dopo essere stati metabolizzati, come le uova, la carne, i pomodori, le arachidi, le noci, il cioccolato, il tè, il vino rosso, il caffè, il latte e i formaggi. Tra questi, deve finire in “lista nera” soprattutto la ricotta, ma nel complesso è il lattosio presente nel latte e nei suoi derivati il vero problema: il lattosio, infatti, viene trasformato in acido lattico. Per paradosso, però, anche il latte di soia deve essere consumato con moderazione.

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Vantaggi e svantaggi

Quali sono, dunque, i pro e i contro che derivano dall’applicazione della dieta alcalina? Tra gli aspetti positivi vanno citate la regolare assunzione di acqua e la presenza di grandi quantità di vegetali, che garantiscono un apporto consistente di sali minerali, di vitamine e di fibre.

Non si possono trascurare, d’altro canto, gli aspetti meno vantaggiosi, a cominciare dal fatto che si tratta di un regime alimentare che è ben distante dalle consuetudini alimentari a cui si è tradizionalmente abituati e in più è molto restrittivo. Inoltre, la dieta alcalina secondo molti esperti comporta un apporto di lipidi e carboidrati non adeguato.

In generale, comunque, va apprezzato il fatto che si tratti di una dieta che incentiva a uno stile di vita sobrio e sano, richiedendo di dormire non meno di otto ore al giorno e di svolgere una moderata ma costante attività fisica. Il problema più grande, però, è uno solo e cioè che i benefici promessi da Young – vale a dire la prevenzione delle malattie citate in precedenza e la perdita di peso – per il momento non sono stati ancora confermati né dimostrati da alcuna ricerca.

Young afferma che la dieta alcalina consente di perdere ogni giorno fino a 400 grammi: in pratica, 4 chili in dieci giorni. Appare chiaro come questo sia difficile da dimostrare: inoltre, non ci sono ricerche scientifiche che certifichino l’efficacia di questo modello alimentare. Quello che è certo è che il pH del sangue deve essere mantenuto costante – senza anomalie né per ciò che riguarda le basi né per ciò che riguarda gli acidi – per avere la certezza che le diverse funzioni fisiologiche dell’organismo possano essere svolte senza imprevisti.

Dieta alcalina: menù

Un esempio di menù di dieta alcalina presuppone ogni giorno l’introduzione di non meno del 70% di alimenti alcalini. A favorire la produzione delle basi sono, tra l’altro, gli alimenti che contengono grandi quantità di calcio, di magnesio, di potassio e di sodio: non è un caso che la sostanza più importante capace di garantire nel sangue l’equilibrio acido basico sia il bicarbonato di sodio. Non bisogna, comunque, rimuovere del tutto dal proprio regime alimentare i cibi acidi, che devono rimanere per almeno il 20%: si tratta di alimenti che contengono il fosforo, il cloro e lo zolfo.

Un menù giornaliero: esempio

  1. colazione a base di frullato di avocado e cetrioli e uno spuntino di metà mattina con una banana;
  2. pranzo con una zuppa di fagioli e farro (non più di 100 grammi a secco), un contorno di 200 grammi di carote condite con un cucchiaio di olio extra vergine di oliva e una mela;
  3. pomeriggio si può fare merenda con un bicchiere di succo di arancia, mentre la sera l’esempio di menù prevede 80 grammi di trancio di salmone con contorno di 200 grammi di zucca condita con un cucchiaio di olio extra vergine di oliva e una pera.

Conclusioni

La dieta alcalina, in conclusione, non fa certo danni, perché implica il consumo regolare di cereali, frutta, verdura e pesce, alimenti che contribuiscono al benessere dell’organismo. Tuttavia, per ora non si può ancora sostenere che questo regime alimentare sia in grado di mantenere realmente le promesse: in più, può essere pericoloso pensare che i tumori possano essere prevenuti o guariti semplicemente intervenendo sul grado di acidità del sangue.