Sindrome di Ménière

La sindrome di Ménière è un disturbo che colpisce l’orecchio interno e che può dare origine, tra l’altro, a fluttuazioni dell’udito, ronzii nelle orecchie, gravi capogiri, vertigini, dolore e sensazione di pressione. In genere, il fastidio interessa un solo orecchio e può determinare una riduzione dell’udito.

Cos’è la sindrome di Ménière

Così chiamata perché è stata descritta per la prima volta nel 1861 da Prosper Ménière, la sindrome di Ménière è una sintomatologia che è provocata da un aumento della pressione dei fluidi che si trovano nell’orecchio interno e più precisamente nel labirinto auricolare.

Questo disturbo può causare degli acufeni (cioè dei fischi o dei ronzii nelle orecchie), degli attacchi frequenti di sordità, il vomito, la nausea, dei gravi problemi di equilibrio (vertigini ma non solo) e la sensazione che all’interno dell’orecchio la pressione aumenti.

Sintomi della sindrome di Ménière

Una particolarità dei sintomi della sindrome di Ménière è che essi possono presentarsi in maniera improvvisa: sono, pertanto, imprevedibile e possono palesarsi con una frequenza su cui non è possibile avanzare ipotesi. Potrebbe accadere una volta al mese o una volta alla settimana, ma anche una volta all’anno o addirittura tutti i giorni.

Tra i sintomi più pericolosi e debilitanti ci sono, senza dubbio, le vertigini, che nella maggior parte dei casi portano a capogiri intensi che obbligano chi ne è colpito a sdraiarsi. Gli attacchi di questo tipo possono essere forieri di sudorazione eccessiva, di vomito o di nausea e per di più non sono anticipati da nessun tipo di segnale premonitore.

Una sensazione di pressione o di riempimento nell’orecchio è, in alcuni pazienti, il punto di partenza della sindrome di Ménière, che può essere accompagnata anche da una diminuzione dell’udito o dal ronzio. La combinazione di acufene e vertigini può durare pochi minuti o molte ore, a seconda dei casi. Tanto l’intensità quanto la frequenza dei disturbi, infatti, cambiano da soggetto a soggetto: c’è chi nel corso del sonno soffre di un acufene molto intenso e impossibile da controllare e chi, più semplicemente, sperimenta delle leggere vertigini poche volte all’anno.

I soggetti che devono fare i conti con la sindrome di Ménière spesso manifestano una forte insicurezza, si sentono traballanti e affrontano un calo dell’udito, oltre a disturbi addominali, mal di testa e diarrea (questi ultimi, tuttavia, sono sintomi meno frequenti). L’udito, in particolare, tende a peggiorare sul lungo periodo, anche se il soggetto non se ne accorge, perché comunque tra un attacco e l’altro sembra tornare normale.

In alcuni casi i sintomi si manifestano con un incremento della sudorazione oltre che con il cosiddetto nistagmo, che consiste in movimenti degli occhi orizzontali a scatti, ritmici e non controllabili. I sintomi si presentano sotto forma di crisi episodiche, la cui durata può andare da un lasso di tempo minimo di venti minuti a un periodo di più di ventiquattro ore. Il movimento è in grado di peggiorare i sintomi e proprio per questo motivo è preferibile, in occasione delle crisi, rimanere in un luogo silenzioso e cercare il riposo assoluto, evitando se possibile il contatto con la luce diretta. Nella maggior parte dei casi, la sindrome interessa persone adulte di età superiore ai 45 anni.

Le cause della malattia di Ménière

Come detto, la sindrome di Ménière ha a che fare con una variazione della pressione dei fluidi nel labirinto, la parte dell’orecchio interno che è formata dal labirinto osseo e dal labirinto membranoso.

Quest’ultimo è circondato dalle ossa ed è indispensabile non solo per l’udito, ma anche per il mantenimento dell’equilibrio e si caratterizza per la presenza di un fluido, noto come endolinfa.

Nel momento in cui una persona muove la testa, anche l’endolinfa si muove e in questo modo consente ai recettori nervosi che si trovano nel labirinto membranoso di comunicare al cervello che è in atto un movimento.

Vale la pena di sottolineare che non sono ancora ben chiare le ragioni alla base della sindrome di Ménière, ma gli esperti sono tendenzialmente concordi nel considerare che l’endolinfa, a causa di una lacerazione del labirinto membranoso, vada a mescolarsi con un altro fluido che si trova nell’orecchio interno, la perilinfa, che è collocata tra le ossa del labirinto osseo e il labirinto membranoso.

I sintomi della sindrome di Ménierè sarebbero dovuti al mescolarsi dei vari fluidi. Gli studiosi vogliono capire, comunque, i fattori ambientali e i fattori biologici da cui dipende la lacerazione del labirinto membranoso, che potrebbe derivare da infezioni virali o dall’inquinamento acustico.

La diagnosi e la cura

La diagnosi della sindrome di Ménière prevede un’esplorazione dell’orecchio compiuta attraverso una risonanza magnetica, ma è importante anche riuscire a misurare la perdita di udito, che può essere caratterizzata dai medici come neurale, se è determinata dal nervo acustico, o come sensoriale, se ha origine dall’orecchio interno.

Per distinguere l’una tipologia dall’altra si ricorre alla registrazione della risposta uditiva del tronco encefalico, attraverso la quale si procede alla misurazione dell’attività elettrica nel tronco encefalico e nel nervo acustico. La diagnosi può essere confermata dall’elettrococleografia, che consiste nella registrazione, in reazione al suono, dell’attività elettrica dell’orecchio esterno.

Infine, il medico può decidere di esaminare e analizzare l’apparato vestibolare, da cui dipende l’equilibrio dell’organismo: per farlo, viene irrigato l’orecchio con dell’aria calda e dell’aria fredda, così da dare origine al nistagmo, che viene poi analizzato dal medico per capire la qualità del disturbo in questione.

La cura della sindrome di Ménière consiste nella riduzione della pressione del fluido che si trova nell’orecchio interno: a questo scopo possono essere impiegati degli antistaminici, come per esempio la difenidramina, ma anche gli inibitori dell’anidrasi carbonica o altri diuretici. Possono tornare utili, in determinati casi, anche gli steroidi, mentre degli antiemetici permettono di trattare i sintomi e, in particolare, di alleviare la nausea.

Conclusioni

La sindrome di Ménière, in sintesi, è un disturbo dell’orecchio difficile da trattare per il semplice motivo che non è possibile prevedere quando i suoi sintomi si manifestano e tanto meno la durata delle crisi. Di conseguenza, per alcune persone può presentarsi sotto forma di un semplice fastidio, mentre per altre può risultare una vera e propria malattia debilitante.