Fuoco di Sant’Antonio: cos’è, sintomi, cause e cure

Il fuoco di Sant’Antonio conosciuto anche con il nome “fiamme di Satana”, è un disturbo causato da un virus, l’Herpes Zoster, che è lo stesso della varicella. Nel momento in cui le pustole pruriginose e rosse della varicella scompaiono, non è detto che il sistema immunitario abbia sconfitto il virus in maniera definitiva: ecco perché sorge lo sfogo di Sant’Antonio.

Che cos’è il fuoco di Sant’Antonio

IL fuoco di Sant’Antonio è una patologia causata dal virus Herpes Zoster (da non confondere con il virus herpes simplex). In molti casi, dopo la varicella, il virus che l’ha provocata non viene distrutto ma resta presente nelle cellule nervose, in latenza: nel momento in cui tale virus si manifesta di nuovo, si ha a che fare con il fuoco di Sant’Antonio.

Questo disturbo può colpire persone di ogni età, anche se in realtà si palesa più di frequente dai 40 anni in poi: si calcola che nelle persone con più di 60 anni sia dieci volte più probabile che nei bambini con meno di 10 anni.

Sono a rischio di contrarre la patologia, in modo particolare, le persone che hanno problemi a livello del sistema immunitario, per esempio perché infette da HIV o malate di tumore.

Per quel che riguarda i bambini, sono più a rischio quelli le cui madri si sono ammalate di varicella dai cinque ai venti giorni prima del parto e quelli che sono stati colpiti dalla varicella ancora piccoli.

Vale la pena di sottolineare che il fuoco di Sant’Antonio è contagioso, nel senso che un soggetto con il virus (Herpes Zoster) è in grado di trasmettere l’infezione a chi non è mai stato vaccinato per la varicella e non ci ha mai avuto a che fare.

Non esiste, invece, il pericolo di contagio del fuoco di Sant’Antonio tra persone che sono già state colpite dall’infezione primaria.

I sintomi

I sintomi del fuoco di Sant’Antonio – causato dal virus Herpes Zoster – sono rappresentati essenzialmente da un prurito, da un formicolio o da un bruciore che in genere sono localizzati in un’area del corpo specifica.

In quella zona, poi, nel giro di una settimana si manifesta un eritema caratterizzato dalla presenza di pustole paragonabili a quelle che si formano quando si ha la varicella e che sono piene di liquido.

Il dolore può essere più o meno intenso a seconda dei casi: in alcune circostanze si avverte solo un forte prurito, mentre in altre situazioni un solo lieve contatto è in grado di provocare dolore.

Lo sfogo di Sant’Antonio si manifesta in modo particolare in corrispondenza del dermatoma, che è una fascia all’altezza della vita che si estende su un fianco; in molti casi, comunque, si presenta anche sulla fronte, intorno agli occhi o su un lato del viso.

Ciò non toglie che qualsiasi parte del corpo possa essere colpita, con lesioni variabili per qualità e per quantità: a volte, per esempio, le bolle possono unirsi le une con le altre e il risultato è che la parte del corpo in questione sembra essere colpita da una bruciatura profonda.

Le lesioni che sono causate dal fuoco di Sant’Antonio quasi sempre svaniscono in due o tre settimane e non c’è il rischio che le pustole lascino cicatrici: il dolore e il prurito svaniscono in maniera progressiva. Ci sono casi, comunque, in cui i sintomi sensoriali possono durare anche per diversi mesi.

Le cause

Come detto, le cause dello sfogo di Sant’Antonio sono conseguenti al “risveglio” del virus della varicella: la prima volta che l’organismo entra in contatto con il cosiddetto virus VZV insorge proprio questa malattia, che si contraddistingue per la presenza sulla cute di molteplici chiazze di colore rosso che si trasformano in vescicole.

In seguito al contatto primario, il sistema immunitario produce specifici anticorpi al fine di neutralizzare il virus: questi anticorpi evitano infezioni successive entrando a far parte del sistema immunitario, ma ciò non vuol dire che l’organismo sia comunque in grado di sconfiggere il virus in modo definitivo.

Esso va a rifugiarsi nei gangli sensitivi delle radici dorsali dei nervi cranici o del midollo spinale, dove rimane silente per un periodo di tempo più o meno lungo. Il virus non riesce a moltiplicarsi durante la fase latente, ma torna presente nel momento in cui le difese immunitarie calano: lo sfogo di Sant’Antonio può comparire, dunque per i seguenti motivi:

  • per colpa di un forte stress, sia esso fisico o psicologico
  • per una esposizione eccessiva ai raggi del sole
  • per il fisiologico abbassamento delle difese immunitarie che può derivare dall’impiego di particolari medicinali o da specifiche malattie.

In linea di massima, il fuoco di Sant’Antonio non può essere contratto da persone che non si sono mai ammalate di varicella: solo coloro che sono stati contagiati rischiano di vedere ri-attivato il virus.

Il fuoco di Sant’Antonio è piuttosto frequente nei soggetti che si sottopongono a radioterapia o a chemioterapia, in quanto si tratta di terapie che danneggiano i meccanismi di difesa contro le infezioni, anche se in maniera temporanea.

Come si cura

Per curare lo sfogo di Sant’Antonio si può ricorrere a farmaci specifici che permettono di ridurre la durata della malattia e di limitare i sintomi.

Viene chiamata in causa una terapia farmacologica antivirale sistemica, che per altro ha anche il merito di escludere eventuali complicazioni, a patto che la cura venga cominciata nelle 72 ore successive alla manifestazione del rush cutaneo.

I medicinali devono essere assunti per non meno di una settimana, fino a quando i sintomi dello sfogo di Sant’Antonio non scompaiono.

Un principio attivo molto utile è l’Aciclovir, che si trova nello Zovirax, nello Xerese e nell’Aciclovir: 800 mg di principio attivo per cinque volte al giorno garantiscono i risultati sperati.

Ovviamente, per curare il fuoco di Sant’Antonio è indispensabile, prima di tutto, chiedere un consulto al proprio medico: spetterà a lui individuare la terapia da seguire. Un altro farmaco utile per curare il fuoco di Sant’Antonio è il Famciclovir, che deve essere somministrato per os.

Cure paglaitive per lenire il prurito

1) Miele per lenire il bruciore

Come primo pratico suggerimento, dato che l’abbiamo quasi sicuramente in casa e comunque è di facile reperibilità, per lenire il dolore risulta efficace applicare sulla zona interessata del miele. Anche il succo di porro fresco ha effetti positivi nel lenire il bruciore e quindi utilizzabile in alternativa al miele.

2) Farina d’avena per alleviare il prurito

Sciogliere nell’acqua della vasca da bagno un abbondante pugno di farina d’avena e rimani in ammollo per una ventina di minuti. Questo rimedio ha una duplice funzione, abbatte la sensazione di prurito e dona rilassamento, ragione per cui è ideale da attuare prima di andare a dormire. Se non avete la farina di avena, si può utilizzare anche dell’amido di mais.

3) Per disinfettare la zona infetta ed indebolire il virus

Chi non conosce le mille virtù dell’olio di tea tree? Ebbene, alcune gocce di questo unguento, applicate più volte al giorno sulla zona infetta, contribuirà a lenire prurito e bruciore ed ad contempo faciliterà la guarigione. Dopo l’applicazione dell’olio evitare di esporsi al sole.

4) Succo di puro Ribes Nero (Nigrum)

Grazie alle sue proprietà antibiotiche, il succo di Ribes Nigrum è un vero toccasana per fronteggiare il fuoco di Sant’Antonio, ma non solo! Questo succo è anche un antistaminico naturale e quindi, sommando le due caratteristiche – antibiotico ed antistaminico – abbiamo un rimedio naturale davvero efficace per fronteggiare la malattia.

Conclusioni

In conclusione, il fuoco di Sant’Antonio è un disturbo che viene originato dallo stesso virus che provoca la varicella: il rischio di esserne colpiti aumenta a mano a mano che si invecchia, anche se non è da escludere che anche i bambini e i ragazzi possano avere a che fare con questo sfogo fastidioso ma non pericoloso.