Ritenzione idrica: cause, sintomi e rimedi

Ritenzione idrica: un problema che affligge molte persone! Ma cos’è, quali i sintomi e come giungere ad una corretta diagnosi. In sostanza, la ritenzione cosiddetta idrica, non è altro che un accumulo di liquidi negli spazi tra una cellula e l’altra (i cosiddetti spazi interstiziali) che provoca un edema, cioè un gonfiore anomalo. Essa, in genere, interessa solo alcune parti del corpo e cioè le caviglie, i glutei, le cosce e l’addome.

Che cos’è la ritenzione idrica

Benché interessi una donna su tre, la ritenzione idrica (patologia da non confondere con la cellulite) non è da considerarsi un disturbo unicamente femminile. A seconda della causa che la origina, essa può essere classificata in 4 tipologie:

  1. ritenzione idrica secondaria, quando è legata a malattie gravi come l’ipertensione arteriosa, un’insufficienza cardiaca, delle patologie al fegato, un’insufficienza renale, un linfedema o delle patologie alla vescica)
  2. ritenzione idrica alimentare, quando è provocata da una intolleranza al lattosio o da un’alimentazione eccessivamente ricca di sale
  3. ritenzione idrica da farmaci, quando è dovuta a un abuso di medicinali come i farmaci cortisonici o gli anti infiammatori, ma anche i contraccettivi o, in caso di menopausa, la terapia ormonale sostitutiva
  4. ritenzione idrica circolatoria, quando è connessa a un funzionamento non corretto del sistema linfatico e del sistema venoso.

I sintomi e diagnosi

Va detto che quello della ritenzione idrica è un disturbo tutt’altro che infrequente, proprio perché può essere originato da una grande varietà di cause: un’intolleranza alimentare, per esempio, o un eccesso di peso, ma anche un regime alimentare che include quantità di sodio esagerate.

Un esame specifico delle urine permette di capire l’entità del problema, mentre i sintomi più evidenti e facili da individuare, al di là dell’aspetto estetico, possono essere identificati con un test manuale molto semplice: è sufficiente posizionare il pollice di una mano sulla zona interessata (per esempio la parte anteriore della coscia) e premerlo per un paio di secondi; nel caso in cui l’impronta rimanga ben visibile anche dopo che il dito è stato tolto, si ha a che fare con un caso di ritenzione idrica

Come si cura

Certamente, per prevenire, contrastare e curare la ritenzione idrica non c’è soluzione più indicata che quella di intervenire in maniera diretta sul regime alimentare e su quello che si consuma a tavola: il che non riguarda unicamente i cibi solidi, ma anche e soprattutto liquidi.

Anche se ormai pare un mantra ripetuto da tutti ai limiti della noia e della banalità, bere molta acqua è fondamentale per combattere la ritenzione dei liquidi. Il motivo è presto detto: il nostro organismo per il 90% è composto proprio da acqua e di conseguenza deve essere idratato in maniera adeguata. Nel caso in cui ciò non avvenga, il corpo intraprende una sorta di meccanismo di difesa in virtù del quale trattiene da solo dell’acqua, che va ad accumularsi negli spazi interstiziali citati in precedenza, in modo particolare nelle estremità, provocando gonfiore.

Bere non meno di un litro e mezzo di acqua al giorno, quindi, è indispensabile, anche se non è sufficiente: è opportuno, infatti, intervenire anche su ciò che si mangia. Premesso che una dieta, per poter risultare efficace ai massimi livelli, deve essere studiata ad hoc e personalizzata, alcuni principi base possono essere ritenuti universali e validi per tutti.

Detto della necessità di evitare per quanto possibile il consumo di sale (il che non vuol dire negarsi un pizzico di sale sul petto di pollo, ma prestare attenzione alle patatine, agli snack e a tutti i prodotti preconfezionati, oltre che ai salumi), sarebbe preferibile cercare di incrementare il consumo di frutta e verdura, ancora meglio se si tratta di prodotti della terra con un alto contenuto di vitamina C. L’acido ascorbico, infatti, permette di migliorare il funzionamento del sistema linfatico e di stimolare la circolazione venosa, oltre che di proteggere i capillari.

Un altro suggerimento sempre valido è quello di dire addio ai carboidrati raffinati, preferendo invece i cereali integrali: grazie alle fibre, infatti, la motilità intestinale viene accentuata e così si può combattere la stitichezza, che – come noto – a livello addominale ostacola il deflusso venoso.

I comportamenti da adottare

Per dire addio alla ritenzione idrica, inoltre, può essere utile mettere in atto una serie di accorgimenti semplici ma non per questo poco importanti. La situazione, infatti, può essere aggravata da diverse abitudini per nulla salutari: oltre all’obesità, anche un consumo eccessivo di bevande alcoliche, il fumo, l’abuso di caffè, l’abuso di medicinali e la predisposizione a consumare merendine. Indossare tacchi troppo alti o abiti troppo stressi è altresì dannoso, così come restare in piedi per lungo tempo senza muoversi.

Se non si può fare a meno di non sedersi, per esempio per lavoro, un consiglio utile è quello di stimolare il ritorno venoso e la circolazione sollevandosi sulle punte dei piedi di tanto in tanto. Anche quando si dorme si può lavorare per contrastare la ritenzione idrica. Come? Collocando sotto il materasso un cuscino in maniera tale che risulti sollevato dalla parte dei piedi.

Chiaramente, non si può fare a meno di abbinare un regime alimentare corretto a un po’ di attività fisica, visto che il movimento contribuisce a rinforzare il microcircolo o a riattivarlo: l’importante, però, è che lo sport sia praticato in maniera regolare.

Una passeggiata, semplice e tranquilla, è il modo più facile e piacevole per mettersi in moto, mentre se si preferisce qualcosa di più spinto si può optare per lo spinning, per l’aerobica, per la corsa o addirittura per il sollevamento pesi.

Sono controindicati, invece, gli sport che presuppongono impatti frequenti con il terreno, come la corsa e la pallavolo.

Bene, invece, la bicicletta e il nuoto, così come tutti gli esercizi propriocettivi, che sono perfetti soprattutto se la ritenzione idrica è provocata da un’insufficienza venosa; e lo stesso vale per gli esercizi di mobilizzazione della caviglia e di controllo del respiro, purché seguiti da una seduta di stretching.

Conclusioni

La ritenzione idrica, in sintesi, è un problema più che comune, ma non per questo non merita di essere trattata in modo adeguato. I consigli di un nutrizionista che crei una dieta ad hoc possono essere fondamentali in questo senso, considerando che attualmente esiste addirittura la possibilità di personalizzare un piano alimentare in funzione della genetica.