Fistola anale: diagnosi, trattamento e prevenzione

Una fistola anale si manifesta attraverso una secrezione purulenta più o meno cronica. La secrezione fuoriesce dal corpo attraverso un piccolo orifizio che si forma nei pressi dell’ano. Da un punto di vista più tecnico, una fistola deve avere almeno due aperture collegate tra loro da un tunnel. Per altre patologie, come l’ascesso, troviamo il condotto e solo un’apertura. Leggi l’articolo per saperne di più.

fistola anale

Popolazione colpita e sintomi

La fistola anale è una problematica piuttosto comune. Si manifesta soprattutto in uomini adulti, meno nelle donne. Anche i neonati possono essere soggetti a questo disturbo. Si associa a malattie infiammatorie intestinali, come il morbo di Crohn. Se la fistola non si trova vicina all’ano, il quadro clinico può essere asintomatico. In caso contrario, presenta fastidi lievi (come pizzicore) o dolore all’ano acuto e intenso durante l’evacuazione delle feci. Il dolore può essere persistente nel tempo. In alcuni casi può apparire poco sangue o piccole quantità di pus.

Causa principale: l’ascesso perianale

Di solito, la fistola anale si manifesta con l’infezione e l’infiammazione di una porzione del colon, del retto o dell’ano. Principalmente, la si localizza nello sbocco delle ghiandole anali di Hermann e Desfosses, che formano le cripte anali.

La fistola criptoghiandolare rappresenta il 90% di tutte le fistole anali. Se la formazione infettiva e infiammatoria diventa cronica, allora si converte in un ascesso: quando la secrezione di queste ghiandole non trova una via d’uscita, la flora batterica tenta di combatterla. In questo modo favorisce l’insorgere di un’infiammazione. A seguito di questa si accumula del pus che genera un piccolo tragitto per essere drenato.

Il percorso che si crea può andare verso l’esterno o verso gli organi interni. Il tunnel che collega l’ascesso anale con l’esterno è, appunto, la fistola anale. Si può concludere che l’ascesso è il primo stadio di una fistola anale e che i due non si possono considerare fenomeni distinti.

Altre cause

Altre cause che generano le fistole anali sono quelle che favoriscono la formazione di un ascesso, tra cui:

  • Malattie infiammatorie dell’intestino, come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa;
  • Diverticolite o infiammazione dei diverticoli nel colon;
  • Sistema immunitario debilitato;
  • Cancro del retto e radioterapia;
  • Infezioni sessualmente trasmissibili;
  • Sesso anale;
  • Linfogranuloma venereo;

Classificazione

Per poter fare una tassonomia delle fistole anali è necessario prima capirle. Occorre cioè sapere qual è l’orifizio primario, quello secondario e quale tragitto li unisce. Questi elementi si possono mettere in relazione con lo sfintere anale (interno o esterno) o con quello perineale.

È importante stabilire con chiarezza questo rapporto, in base al quale il chirurgo deciderà qual è il trattamento chirurgico più efficace. Valutare bene la problematica è necessario per poter mantenere gli sfinteri intatti. Quindi in base a quanto detto, le fistole anali si possono dividere in vari gruppi:

  • Transfinterica inferiore: il tragitto di questa fistola attraversa il muscolo dalla parte inferiore dello sfintere esterno. Non compromette la funzione di nessuno degli sfinteri;
  • Transfinterica superiore: il tragitto fistoloso coinvolge una parte dello sfintere esterno per meno della metà della sua estensione;
  • Inter-sfinterica anche dette intramurale: il tragitto di questa fistola va dallo sfintere interno a quello esterno. Non è detto che sbocchi in un orifizio secondario nell’ampolla rettale;
  • Sopra-sfinterica: il tragitto di questo tipo di fistola si trova su tutti e due gli sfinteri, superiore e inferiore.

Diagnosi

Per poter diagnosticare una fistola anale, non bastano i sintomi lamentati dal paziente. Occorre accertare la situazione con un esame fisico per verificare la presenza di un orifizio secondario o di un ascesso perianale. Il tratto interessato presenterà un arrossamento della pelle e dolore al tatto.

Non sempre la presenza delle fistole anali è evidente dato che non è detto che la lesione sia in superficie. In questi casi è opportuno effettuare un esame rettale con un anoscopio, per osservare il canale dell’ano e del retto.

Se si sospetta che la fistola anale sia generata da altre patologie, come il Crohn o un cancro, si procederà con la sigmoidoscopia o con una ecografia anale e endo-anale. Infine, con la medicina moderna, si può ricorrere a sistemi come risonanza magnetica e TAC con contrasto, per evidenziare eventuali complicazioni e per studiare le caratteristiche delle fistole.

Trattamento

Purtroppo, l’unico trattamento efficace della fistola anale è la chirurgia. Solo attraverso essa si può eliminare definitivamente il problema e correggere le alterazioni che ha causato, senza compromettere la continenza anale. Dal momento che esistono vari tipi di fistole, diversi sono anche gli interventi:

  • Fistulotomia: il tragitto fistoloso viene aperto e ripulito. Si interviene in modo che la cicatrizzazione sia il più efficiente e rapida possibile;
  • Fistulectomia: il tragitto fistoloso viene completamente asportato. Chiaramente questo intervento è più invasivo dell’altro e prevede tempi più lunghi per la cicatrizzazione;
  • Setone: per questa tecnica esistono tre varianti:
    • Setone per tagliare: questo metodo viene usato per eliminare la fistola. Si fa passare, all’interno della stessa, un filo di seta chirurgico affinché tagli lo sfintere. Questo metodo è più sicuro di un intervento chirurgico, ma richiede molto tempo per cicatrizzare;
    • Setone di drenaggio: si usa per evitare la formazione di un nuovo ascesso mediante il drenaggio di pus e detriti della fistola. Questo metodo si usa per ripulire la parte che verrà poi trattata chirurgicamente;
    • Setone guida: questo metodo si usa in pazienti con ascesso fistola perianale recidivo nei quali non si riesce a identificare il punto preciso dell’ascesso. Si usa per mantenere permeabile il tratto fino al successivo intervento chirurgico.

Le fistole anali collegate al morbo di Crohn vengono inizialmente trattate con antibiotico (metronidazolo) e immunosoppressori (azatioprina) o agenti biologici (adalimumab o infliximab), per evitare il più possibile la sala operatoria. Nel caso queste tecniche non abbiano il successo sperato, allora si ricorre ai trattamenti descritti in precedenza.

Per alleviare il dolore, invece, sono utili analgesici e antinfiammatori comuni. Si consiglia anche di bere molta acqua per mantenere alta l’idratazione e facilitare la defecazione e, a tal fine, apportare una giusta dose di fibra alla dieta.

Prevenzione

Per prevenire le fistole anali, occorre fare attenzioni a tutti quelli che possono essere i fattori scatenanti di un ascesso.

Negli adulti è comune che si creino ragadi a causa di stitichezza o diarrea prolungata. Come sempre, è buona norma avere un regime alimentare equilibrato, ricco di fibre. In questo modo si facilita il transito intestinale.

Occorre anche evitare cibi che causano infiammazioni. Nei neonati, ragadi, ascessi e fistole perianali sono molto comuni. È importante cambiare il pannolino con molta frequenza e pulire adeguatamente la zona. Inoltre è importante tenere a mente le seguenti norme:

  • Fare il bidet dopo la defecazione, anche solo con l’acqua va bene;
  • Evitare uno stile di vita sedentario;
  • Proteggersi sempre durante i rapporti sessuali;
  • Consultare sempre un medico se si percepisce dolore nella zona anale o si notano delle macchie (non fecali) sulla biancheria. Se siamo in presenza di un ascesso, intervenire il prima possibile bloccherà la formazione della fistola.

Conclusioni

La fistola anale può essere curate solo tramite chirurgia. Tuttavia si può lavorare sulla prevenzione, attraverso uno stile di vita sano ed altri piccoli accorgimenti. In via del tutto preventiva (e non come cura) si possono provare alcuni rimedi omeopatici, consigliati da uno specialista.

È importante anche inserire nell’alimentazione alcuni cibi che hanno proprietà antinfiammatorie come lo zenzero, curcuma, frutta e verdura. Bere molta acqua ed evitare cibi grassi e fritti, zucchero raffinato e alimenti industriali.