Papaya fermentata: proprietà e benefici

Il primo ad esaltare le qualità benefiche della Papaya fermentata è stato il medico biologo Luc Montagnier, nobel per la virologia nel 2008, il quale ha sottolineato come il frutto esotico, dopo aver subito un apposito processo di fermentazione, sia in grado di trasformarsi in un potente antiossidante capace di rafforzare le difese immunitarie dell’organismo. Tuttavia, all’indomani di una vasta campagna promozionale, arrivano le prime critiche, che puntano il dito contro la mancanza di evidenze scientifiche che comprovino l’azione positiva svolta dalla papaya fermentata.

papaya

Si tratta davvero di un elisir di eterna giovinezza o siamo di fronte all’ennesima trovata commerciale priva di ogni fondamento scientifico?

Le proprietà benefiche della papaya

La Papaya, appartiene alla famiglia delle Caricacee, è un frutto esotico tipico dei paesi tropicali con clima tendenzialmente umido. I benefici e le proprietà terapeutiche di questo alimento sono conosciute da molti secoli, soprattutto dalle popolazioni australiane.

In primo luogo la papaya è nota per essere un efficace antiaging, in grado di ostacolare l’azione dei radicali liberi, che costituiscono la principale causa dell’invecchiamento cellulare e, nel contempo, di contrastare l’insorgenza di alcune patologie degenerative, cardiovascolari e neoplastiche.

La papaya, ricca di acqua, vitamina C, A, E, vitamine del gruppo B, flavonoidi e papaina, ha anche proprietà drenanti, antinfiammatorie e antidispeptiche.

Va detto che, rispetto al frutto fresco, la papaya fermentata (FPP, Fermented Papaya Preparation) presenta un maggior numero di enzimi antiossidanti e, pertanto, risulta ancor più efficace quanto a benefici apportati all’organismo.

È bene ricordare che l’assunzione di questo integratore alimentare deve essere sempre prescritta dal medico, in quanto un eventuale abuso potrebbe provocare dipendenza.

Osservazioni del premio nobel Montagnier

Il professor Luc Montagnier, famoso biologo e virologo, afferma con sicurezza che la papaya fermentata (ovvero la papaya che ha subito un processo di fermentazione alcolica) è in grado, da una parte di fungere da antiossidante e, dall’altra, di potenziare le difese del sistema immunitario.

Inoltre la papaya, in seguito al processo di fermentazione, dà origine ad una serie di nuove sostanze chimiche denominate ß-Glucani, che possiedono importanti proprietà immunomodulanti in grado di aumentare l’intensità della risposta immunitaria.

D’altra parte la papaya fermentata è altrettanto utile per favorire la digestione e per proteggere intestino e stomaco da svariate patologie. Va pure rilevato che essa è un valido energizzante dall’apporto calorico decisamente basso.

Mancano le conferme

Malgrado la papaya fermentata, acquistabile in farmacia o in erboristeria sotto-forma di polvere solubile in acqua, sia diventata un fenomeno commerciale di portata internazionale, al di là del supporto palesato nei suoi confronti da Luc Montagnier, non esistono delle evidenze scientifiche che ne certifichino l’efficacia e in particolare l’azione antiossidante. In altri termini non sarebbero stati realizzati studi clinici significativi in grado di poter convalidare da un punto di vista scientifico le decantate proprietà della papaya fermentata.

Fermo restando il fatto che non sia un integratore alimentare nocivo, alcuni ricercatori ritengono che sia ingiustificato il clamore che si è creato attorno a questo prodotto e alle sue presunte proprietà miracolose.

Il ricercatore farmacologico Silvio Garattini, ad esempio, ritiene che non sia corretto favorire l’acquisto di un prodotto se non vi sono certezze scientifiche sulla sua reale efficacia. Sulla stessa scia di Garattini si pone Adriana Maggi, direttore del centro di Biotecnologie Farmacologiche dell’Università di Milano, secondo cui la bontà di un prodotto non è determinata dalla sua diffusione commerciale, bensì da specifiche ricerche che ne comprovino il valore.

Un risultato poco confortante per i sostenitori dell’efficacia della FFP è giunto da un’indagine comparativa condotta dall’Università di Perugia nel 2006, da cui è emerso che gli effetti antiossidanti della papaya fermentata risultano inferiori a quelli prodotti dai germogli di grano, dalla Morinda citrifolia e dal tè bianco.