Mal di Gola – Faringite

Il mal di gola forte, noto anche come faringite, è un’infiammazione persistente che provoca bruciore nella gola che sovente diviene gonfia e arrossata. L’infiammazione della gola può derivare da molteplici cause: i responsabili principali sono i virus, ma non sono da escludere origini batteriche.

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Che cos’è il mal di gola – la faringite

La faringite, (nome scientifico del mal di gola) spesso compare in modo improvviso: si parla, in questa circostanza, di insorgenza acuta. In altre situazioni, tuttavia, può cronicizzare e durare per periodi prolungati: si parla, in questa circostanza, di forma cronica di faringite.

Una persona che soffre di faringite sperimenta la fastidiosa sensazione di avere la gola infiammata: un mal di gola forte si accompagna, quindi, a un bruciore persistente.

La gola si presenta gonfia e arrossata e ogni volta che si deglutisce risulta dolorante. Nel caso in cui l’infiammazione sia provocata da un agente infettivo, la persona che soffre di faringite presenta anche i disturbi dell’altra malattia infettiva.

Molto spesso il mal di gola sparisce nel giro di breve tempo e non richiede dei trattamenti specifici. Nel caso in cui i sintomi durino più a lungo, tuttavia, ci potrebbe essere bisogno di esami più approfonditi, anche per individuare una terapia ad hoc.

Perché ci si ammala, quali le cause

Come detto, le ragioni alla base del mal di gola possono essere diverse, anche se quasi sempre l’origine è di natura virale; molto meno frequenti sono i casi di infezioni batteriche, mentre rare sono le faringiti provocate dal reflusso gastroesofageo, da allergie o dall’esposizione ad agenti chimici pericolosi.

Per quel che riguarda le infezioni virali, i virus più comuni che possono far scaturire una faringite sono quelli dell’influenza, quello della varicella, quello del morbillo, quello della mononucleosi e quelli del raffreddore, tra i quali l’Adenovirus, il Coronavirus, il Rhinovirus e il virus respiratorio sinciziale.

Per quanto concerne le infezioni provocate dai batteri, invece, i più importanti in grado di infiammare la gola sono il Bacillus anthracis, lo Streptococcus pneumoniae, il Neisseria Gonorrhoeae e il Bordetella pertussis.

Tra le altre cause di mal di gola non è da trascurare la secchezza degli ambienti in cui si vive o in cui si lavora: l’aria, infatti, può essere resa troppo secca dagli impianti di riscaldamento. Se viene respirata tutti i giorni per molte ore di seguito, l’aria secca rischia di favorire una congestione nasale e di infiammare la faringe, dal momento che costringe praticamente a respirare solo con la bocca.

Anche le reazioni allergiche devono essere prese in considerazione con la dovuta attenzione: che si tratti di allergie al pelo degli animali, al polline, alla polvere o alla muffa, l’infiammazione può essere accompagnata da un gocciolamento post-nasale che è causato da una presenza eccessiva di muco nel punto di comunicazione tra la rinofaringe e la cavità nasale.

Sottoporre a stress eccessivo i muscoli della faringe, a sua volta, può provocare il mal di gola: questi muscoli, infatti, sono paragonabili a quelli del resto del corpo. Così come i muscoli degli arti inferiori si stancano e si infiammano nel momento in cui vengono sottoposti a uno affaticamento eccessivo, lo stesso si verifica per i muscoli che compongono la faringe: è ciò che succede, per esempio, se si urla o se si parla per lungo tempo.

La cronica inalazione di sostanze irritanti può essere altrettanto pericolosa: è bene prestare la massima attenzione al fumo di sigaretta e in generale allo smog, ma anche alle esalazioni tossiche che provengono dagli impianti industriali, con sostanze in grado di irritare la gola e di infiammare la faringe in tutte le sue parti.

Il reflusso gastrico, che corrisponde alla risalita dall’esofago del contenuto acido dello stomaco, può coinvolgere oltre che l’esofago stesso, anche la laringe e la faringe. Si ha a che fare, quindi, con esofagiti, laringiti e faringiti, che sono provocate dai succhi gastrici risalgono e la cui acidità dà luogo a un processo infiammatorio che rende la faringe e le parti del corpo interessate più sensibili.

Possibili altre cause

I tumori maligni che interessano la cavità orale o il tratto faringo-laringeo si manifestano con il mal di gola, che è tra i sintomi tipici del tumore alla lingua, alla laringe e alla faringe.

Gli altri sintomi riguardano l’emissione di rumori strani mentre si respira, la raucedine, i problemi di deglutizione, la comparsa di gonfiore o meglio di una pretuberanza sul collo e la presenza di sangue nella saliva.

Gli ascessi peritonsillari possono, a loro volta, dare origine al mal di gola: un ascesso non è altro che una raggruppamento di plasma, di detriti cellulari, di batteri e di pus che compare dopo un’infezione. Nel caso di un ascesso peritonsillare, esso è localizzato tra la faringe e le tonsille: si tratta di una condizione che deve essere tenuta sotto controllo, dal momento che rischia di causare complicazioni gravi se viene trascurata.

Lo stesso dicasi per l’epiglottite, vale a dire l’infiammazione dell’epiglottide: quest’ultima è la valvola sita nella laringe che fa in modo che il cibo che si ingerisce non vada a occludere le vie aeree. Ma dal momento che l’epiglottide è coinvolta anche nella regolazione del passaggio in trachea dell’aria, in presenza di una epiglottite grave si possono verificare dei problemi di respirazione pericolosi.

Chi colpisce

Tutti possono ammalarsi di mal di gola, anche se i soggetti più esposti sono quelli che soffrono di allergie, i bambini, gli adolescenti, le persone che per ragioni di lavoro respirano polveri tossiche e irritanti chimici, i fumatori, le persone anziane, le persone che sono esposte al fumo passivo, le persone che frequentano luoghi affollati come gli studenti, le persone afflitte da sinusite cronica (infiammazione che coinvolge i seni nasali) e i soggetti immunodepressi, che devono fare i conti con un sistema immunitario indebolito e pertanto, non in grado di proteggere in modo adeguato l’organismo nei confronti delle minacce che provengono da fuori.

Quali sono i sintomi

La gola infiammata e gonfia, ma soprattutto arrossata, un bruciore persistente e il mal di gola forte sono i sintomi tipici della faringite, anche se il modo in cui questa infiammazione si maniesta dipende soprattutto dalle cause scatenanti.

Nella maggior parte dei casi, si ha a che fare con la voce debole o rauca, con una fastidiosa sensazione di prurito o di dolore nel fondo dell bocca, con le tonsille arrossate e ingrossate, con la gola secca, con la presenza di pus in corrispondenza delle tonsille, con delle placche in gola di colore biancastro, con i linfonodi della mascella e del collo infiammati e ingrossati, con la difficoltà a deglutire e con un colore che diventa più fastidioso tutte le volte che si parla.

Nel caso in cui responsabile della faringite sia un’infezione di origine batterica o di origine virale, il mal di gola è accompagnato da febbre anche sopra i 38 gradi, da starnuti, da naso che goccia, da tosse, da brividi, da vomito, da mal di testa o da dolori alle articolazioni e ai muscoli.

Quando rivolgersi ad un dottore

Nel caso in cui il mal di gola riguardi un neonato, un bimbo, è consigliabile rivolgersi al pediatra se il piccolo presenta delle difficoltà di deglutizione o di respiro, ma anche se dalla sua bocca esce bava in modo prolungato: in questo caso, infatti, si è in presenza di difficoltà nella deglutizione.

Un adulto, invece, dovrebbe interpellare il proprio medico se soffre di male alle orecchie, se ha dei problemi nell’aprire la bocca e se soffre di mal di gola grave, non guarito nel giro sette giorni o addirittura peggiorato nel corso del tempo.

Anche i dolori alle articolazioni, disturbi nella deglutizione di cibo, bevande o anche solo di saliva, dovrebbero indurre a contattare il proprio dottore, così come la presenza di febbre alta, di eruzioni cutanee, di sangue nel catarro, di esantemi cutanei, di sangue nella saliva, di protuberanze sul collo e di raucedine persistente.

La diagnosi

Per diagnosticare la faringite viene effettuato un esame approfondito, che tiene conto anche della storia clinica del paziente. Quest’ultimo deve comunicare al medico i sintomi che avverte: la visita prevede l’osservazione delle narici nasali, della gola e delle orecchie, attraverso una strumentazione adeguata che include anche una micropila; inoltre, vengono palpate le ragioni sottomandibolari, in modo tale da individuare possibili linfonodi ingrossati. Infine, attraverso un fonendoscopio si procede all’auscultazione del torace.

A seconda della situazione che viene riscontrata, il medico può prescrivere un prelievo di sangue, l’esecuzione di un tampone faringeo o delle prove allergiche.

L’analisi della storia clinica del paziente prevede l’esame delle patologie che lo stesso ha avuto in passato, la conoscenza dei farmaci che assume, se è un tabagista, la sua attuale condizione di salute ed il del lavoro che svolge: si tratta di dati che aiutano il medico curante ad identificare una faringite non infettiva.

Il tampone faringeo serve, invece, a scoprire le infezioni batteriche, anche se le analisi del sangue possono essere considerate più esaustive sul piano diagnostico perché consentono di rintracciare non solo i batteri ma anche i virus.

Come si cura

Nel caso di una faringite la cui origine sia dovuta ad un virus, non esistono delle cure ad hoc, nel senso che tutti i trattamenti sono finalizzati unicamente ad alleviare i sintomi: la guarigione, in casi del genere, richiede non più di sette fiorni di tempo.

La situazione è differente per gli altri tipi di faringite: se la causa è batterica, infatti, è indispensabile un trattamento con antibiotici.

Per mitigare la sintomatologia è necessario assumere molta acqua e, in generale, incrementare i liquidi, così da scongiurare il rischio di disidratazione.

Consigliato anche il riposo, con un sonno di almeno 7 o 8 ore a notte. Non si dovrebbero bere il caffé e le bevande alcoliche, mentre la voce non dovrebbe essere sforzata.

Per quel che riguarda i farmaci, sono raccomandati gli antidolorifici (se la causa è batterica) e gli antinfiammatori, come l’aspirina, l’ibuprofene e il paracetamolo, che risultano consigliati in modo particolare in tutte le circostanze in cui il mal di gola è accompagnato da fastidio a deglutire, febbre, mal di testa o dolori alle articolazioni. L’aspirina dovrebbe essere evitata dai minori di 16 anni.

Ancora, sono suggeriti i suffumigi, che permettono di liberare le vie respiratorie dal muco e di alleviare la sensazione di gola secca. Per lo stesso motivo sono consigliati il ricorso a bagni o docce calde e l’impiego di un umidificatore portatile da posizionare nelle luoghi in cui si passa la maggior parte del tempo, in modo tale che l’aria possa essere resa meno secca.

Con un po’ di acqua riscaldata e sale si possono effettuare gargarismi per alleviare l’infiammazione, mentre è assolutamente da evitare il fumo di sigaretta.

Le cure naturali

Uno dei rimedi naturali realmente efficaci più semplici da mettere in pratica per sconfiggere il mal di gola è rappresentato dall’aceto di mele, i cui benefici antinfiammatori derivano dalle proprietà antibatteriche che lo contraddistinguono. Per evitare il sapore aspro dell’aceto si può pensare di diluirlo in un bicchiere di acqua o in una bevanda calda, come una tisana.

In alternativa, si rivela utile anche attraverso i gargarismi: in questo caso non bisogna fare altro che mescolare un cucchiaino di aceto di mele con un bicchiere di acqua tiepida.

Infine, l’ultimo accorgimento che si può adottare è quello dei suffumifi: in una pentola con acqua bollente metti due o tre cucchiaini di aceto di mele e inspira a pieni polmoni.

Tra le piante aromatiche che offrono l’opportunità di lenire le sofferenze che sono provocate dal mal di gola c’è anche la maggiorana: la si può sfruttare per preparare uno sciroppo che garantisce risultati immediati anche in presenza di tosse o raffreddare.

Per realizzare un infuso, c’è bisogno di un paio di cucchiaini di foglie essiccate di maggiorana per ogni tazza di acqua, così che si possa beneficiare dei vantaggi assicurati dai gargarismi.

Con i suffumigi, servono poche gocce di olio essenziale, che consente anche di agevolare l’espulsione del catarro.

Anche il fieno greco è un ottimo rimedio contro il mal di gola, gli antichi lo sapevano e lo utilizzavano per combattere diversi malanni. Il merito stà nelle sue proprietà antisettiche, di cui si può beneficiare realizzando un decotto con 50 grammi di fieno greco per ogni litro di acqua. Il liquido così ottenuto va filtrato ed usato per fare i gargarismi.

Gli antibiotici

Prendere gli antibiotici solo se consigliati dal medico

La somministraazione antibiotica viene scelta dal medico nel caso di una faringite di origine batterica o che si potrebbe rivelare pericolosa; in genere si tratta di una terapia somministrata per bocca (orale), mentre la durata del trattamento varia a seconda del momento in cui i sintomi scompaiono e si risolvono.

Ovviamente non si può decidere di ricorrere agli antibiotici autonomamente, ma occorre che sia il medico curante a indicare quando lo si può fare.

Se vengono assunti degli antibiotici quando non ce n’è bisogno, l’effetto che si ottiene è l’opposto di quello voluto, con la proliferazione di batteri che si rivelano ancora più resistenti. Per altro, in molte circostanze le infezioni più lievi si risolvono in maniera spontanea.

Anche le modalità di assunzione e le dosi indicate dal medico devono essere rispettate, per non rendere inutile la terapia a causa di un utilizzo non adeguato dell’antibiotico.

Come si previene

La principale prevenzione contro il mal di gola (e non solo) passa da una corretta alimentazione. Privilegiare la frutta e le verdure ricche di vitamina C: kiwi, ribes, arance, celmentine, succo di uva, pompelmo, mandaranci ecc. ecc.

Le verdure e ortaggi che contengono vitamina C invece sono: peperoni rossi e gialli, broccoli, rucola, cavoli di Bruxelles, spinaci, prezzemolo, lattuga da taglio, fave. Questi sono alcuni dei principali alimenti facilmente reperibili in commercio che hanno grandi quantità di vitamina C.

Per quanto riguarda invece il mal di gola causato da agenti infettivi contagiosi, oltra ad alimentarsi con i cibi pocanzi suggeriti, occorre: sanificare gli ambienti in cui passa la maggiorparte del tempo, curare la propria igiene personale, usare salviette a base di alcol per le mani dopo essere andati in bagno, lavarsi le mani utilizzando del sapone prima di mangiare, evitare di mettere la bocca sui teleoni pubblici, sanificare i luoghi in cui si soggiorna anche quando si viaggia, non condividere i bicchieri e le posate con altre persone, pulire la tastiera del computer e il telecomando della tv con detergenti adeguati ed evitare di stare a stretto contatto con le persone ammalate.

La prevenzione delle faringiti provocate da altre cause, invece, dipende dalle stesse: ecco, quindi, che è indispensabile indossare delle mascherine utili per filtrare l’aria nel caso in cui si debbano trattare delle polveri irritanti per ragioni professionali.

La prognosi

La prognosi delle faringiti batteriche e virali è sempre positiva, con una guarigione che si palesa in pochi giorni. Per i mal di gola che non dipendono da malattie infettive, invece, la prognosi è variabile in funzione delle cause scatenanti.

Utilità: cos’è la faringe

Anatomia della Faringe
Anatomia della Faringe

Quando si ha mal di gola, la parte del corpo interessata da tale disturbo è chiamata faringe, vale a dire la parte retrostante della bocca: si tratta di un condotto muscolo-membranoso che è collocato tra la cavità nasale e l’esofago e si estende per circa 13 centimetri.

La faringe, che è posizionata al di sopra della laringe e dell’esofago, rappresenta un tratto molto importante delle vie aeree in quanto necessaria per passaggio dell’aria che deve giungere ai polmoni e non cosa meno importante, consente la progressione verso l’esofago del cibo: è coinvolta, quindi, sia nella respirazione che nella digestione.

Sono tre i compartimenti che costituiscono la faringe: l’ipofaringe, che è nota anche come la rinofaringe, l’orofaringe e la nasofaringe, che è nota anche come rinofaringe. Quest’ultima è la parte superiore ed è in contatto con le due aperture che si trovano posteriormente alla cavità nasale, che prendono il nome di coane.

La porzione centrale della faringe, invece, è l’orofaringe, che si trova tra la nasofaringe e la parte alta della laringe, cioè l’epiglottide. L’orofaringe comunica con il cavo orale, situato di fronte, tramite l’istmo delle fauci. La parte conclusiva della faringe è l’ipofaringe, tramite cui il cibo viene immesso nell’esofago: si differenzia dalle altre due porzioni della faringe che non sono attraversate dal cibo.

Approfondimento: Cos’è a faringe