Disidrosi: cos’è e come la si può curare

La disidrosi è una patologia della pelle che determina inestetismi poco piacevoli alla vista e problemi di salute potenzialmente gravi. Si tratta di una dermatite nota anche con il nome di pompholix o di eczema disidrotico, ed è a tutti gli effetti una malattia della pelle di tipo infiammatorio.

disidrosi alle mani

Che cos’è la disidrosi

La disidrosi è una dermatite (conosciuta anche con i nomi: pompholix o eczema disidrotico) spesso associata alle allergie che compaiono in primavera o alla dermatite atopica; occorre segnalare, tuttavia, che ancora oggi sono poco chiare le ragioni per le quali essa insorge.

Visivamente, la malattia si caratterizza per la presenza di vesciche di piccole dimensioni che compaiono sulla pianta del piede, sul palmo della mano e di fianco alle dita. Queste vesciche, in genere, permangono per non meno di venti giorni; con il passare del tempo esse si seccano e si staccano da sole, mentre la pelle al di sotto delle vesciche risulta molto sensibile e particolarmente arrossata.

Nella maggior parte dei casi, per il trattamento della patologia si è soliti ricorrere ad alcuni farmaci immunosoppressori, alla terapia fotodinamica o ai farmaci corticosteroidi, siano essi in forma di compresse orali, di unguenti o di creme.

La disidrosi: prevenzione e prognosi

Proprio perché – come detto – non si sa ancora quali possano essere i motivi che provocano la comparsa della disidrosi, è pressoché impossibile indicare delle azioni preventive da mettere in pratica per evitare che essa si manifesti.

In altre parole, compiere una prevenzione adeguata è molto difficile, anche se ai pazienti che soffrono con una certa frequenza di questo disturbo i medici sono soliti suggerire di fare attenzione al contatto con eventuali sostanze sensibilizzanti e di tenere lontano – per quanto possibile – le situazioni di stress.

Risulta evidente che la disidrosi in sé non è una malattia grave, quanto piuttosto una malattia fastidiosa: soprattutto nel caso in cui non venga curata in maniera idonea, infatti, essa rischia di influenzare in modo negativo qualsiasi attività manuale. Se dura più di tre o quattro settimane, inoltre, può dare vita a infezioni della pelle.

Come si cura la disidrosi

Per quel che concerne la terapia da adottare, essa dipende da quanto i sintomi sono gravi. In molti casi si fa riferimento a dei farmaci corticosteroidi, da assumere per via orale o per via topica (con compresse da ingoiare o con creme da spalmare).

Può accadere, però, che tali medicinali si rivelino pericolosi o comunque inefficaci. In tal caso, è possibile pensare ad altri rimedi, come per esempio gli immunosoppressori. Entrando più nel dettaglio, i corticosteroidi non sono altro che farmaci anti infiammatori che fanno parte della classe degli steroidi. La loro potenza può variare a seconda dei prodotti, mentre la preferenza per gli unguenti o per le creme dipende dalla gravità della malattia e dalla parte del corpo che è interessata.

In linea di massima, le creme sono consigliate per gli eczemi moderati con poche vesciche, mentre gli unguenti sono da preferire per gli eczemi di una certa gravità, che comportano la comparsa di un numero molto elevato di vesciche.

Chiaramente, prima di usare i corticosteroidi è necessario chiedere consiglio al proprio medico di base, anche per avere tutte le informazioni necessarie a proposito delle modalità di somministrazione. Ovviamente nei bugiardini dei vari farmaci sono indicate le modalità d’uso: di solito, comunque, essi non devono essere applicati per più di un mese e per più di due volte al giorno.

Quali medicinali usare per la disidrosi

Anche i farmaci corticosteroidi orali possono essere impiegati, tenendo conto degli effetti collaterali che possono provocare, prima tra tutti l’ipertensione. Non che quelli a uso topico non ne presentino: alla prima somministrazione, in particolare, è possibile che si senta un fastidio che, comunque, essendo abbastanza lieve non crea problemi; in effetti, ci si abitua alla sensazione nel giro di poco tempo. Ecco, quindi, che i medicinali usati per curare la disidrosi possono dare vita a effetti collaterali come l’assottigliamento della pelle e le teleangectasie, ma anche a osteoporosi e aumento di peso.

Per evitare tali inconvenienti, si può decidere di optare per la terapia fotodinamica, la quale si basa su farmaci fotosensibilizzanti da applicare sulla pelle in combinazione con fonti di radiazioni di luce. I farmaci, in questo caso, non sono altro che delle creme che devono essere spalmate sulla zona interessata e sulle vesciche, in modo tale che esse risultino più sensibili alla luce. A questo punto, infatti, interviene la fonte luminosa, che tramite l’emissione di raggi ultravioletti è in grado di distruggere le cellule anomale della pelle.

Uno dei pregi della terapia fotodinamica, nel trattamento della disidrosi, è che si tratta di un metodo poco invasivo. Va precisato, però, che al momento non sono ancora noti i suoi effetti sul lungo periodo e per tale ragione vi si fa affidamento unicamente nel caso in cui sia necessario – per qualsiasi motivo – interrompere la terapia farmacologica o i corticosteroidi non siano risultati efficaci e in grado di determinare un miglioramento visibile e complessivo della situazione cutanea.

Conclusioni

Come si è visto, dunque, pur essendo relativamente diffusa la disidrosi ha origini – per così dire – misteriose: ecco perché si dimostra una patologia fastidiosa, che può creare problemi anche dal punto di vista sociale.

Link utili: Disidrosi – Wikipedia