Psoriasi: la nuova cura che la blocca per tre anni

Un sogno che, per molti pazienti affetti dalla psoriasi a placche, una delle forme più comuni di questa fastidiosa infiammazione della pelle, si trasforma in una concreta realtà.

A confermarlo sono i dati emersi dallo studio Unicover-3 e presentati al 93° Congresso Nazionale SIDeMaST (Società Italiana di dermatologia medica, chirurgia, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse).

L’evento si è svolto a Verona dal 23 al 26 maggio 2018 e ha funto da scenario ideale per la diffusione dei risultati di questo studio, l’unico che ha previsto un periodo di osservazione dei pazienti pari a tre anni.

La ricerca è stata condotta su di un gruppo di 1340 individui affetti da psoriasi a placche di livello medio/grave. I pazienti coinvolti nella ricerca sono stati trattati con una terapia innovativa che ha dimostrato un’efficacia unica. Nell’80% dei casi trattati, infatti, la malattia è regredita in 2-4 settimane dalla data di somministrazione (contro le 24 settimane di attesa richieste dalle terapie tradizionali) e la pelle è rimasta pulita per i tre anni successivi al trattamento.

La modalità di somministrazione del trattamento è molto semplice. Il paziente non deve far altro che autoiniettarsi il farmaco mediante una semplice puntura e poi attendere i primi risultati . Dopo circa 2-4 settimane, dal momento della somministrazione del farmaco, infatti, le macchie rosse iniziano a regredire e i risultati ottenuti perdurano fino ai tre anni successivi.

Efficace, affidabile e conveniente

Oltre che sull’efficacia della terapia, gli scienziati che hanno condotto lo studio hanno posto l’accento anche sulla sicurezza di questo fantastico rimedio farmaceutico. Il farmaco utilizzato, infatti, presenta pochissime controindicazioni ed è ben tollerato dall’organismo.

Pochissime controindicazioni, risultati visibili sin dalle prime settimane successive al trattamento ed efficacia costante e duratura nel tempo: sono questi i punti di forza sui quali si fonda la nuova terapia destinata a cambiare radicalmente la qualità della vita dei tanti individui affetti da questa invalidante patologia.

Ma come agisce in sostanza questo nuovo farmaco?
Il segreto di questa nuova cura è racchiuso in un anticorpo monoclonale umanizzato, che risponde al nome di ixekizumab e che viene prodotto dall’azienda farmaceutica Eli Lilly. Si tratta di una molecola che inibisce l’azione dell’interleuchina 17A (chitochina che gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo della psoriasi) inattivando l’alterata risposta immunitaria dell’organismo e limitando l’avanzamento della malattia.

Lo studio sull’efficacia di questo anticorpo era già stato condotto in precedenza ma aveva riguardato un periodo di studio più breve, pari a due anni. Oggi questi nuovi dati confermano l’efficacia della terapia e addirittura ne estendono i risultati fino a tre anni.

Così come confermato da Giampiero Girolomoni, direttore della Clinica dermatologica dell’Università di Verona e Presidente del Congresso, attualmente questa è la cura più efficace contro la psoriasi avanzata e, nella maggior parte dei casi, può liberare il paziente dal fastidioso disturbo per un periodo di tempo molto lungo.

Oltre che a curare i fastidiosi sintomi fisici della psoriasi, questa cura innovativa permette anche di preservare la stabilità emotiva del paziente, offrendo risultati evidenti in poche settimane e duraturi nel tempo.

Anche il costo della terapia non è un problema. Il farmaco, infatti, già dallo scorso mese di giugno, è rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale (SNN).

Fonte: Ansa.it