Pressione alta: sintomi, cause e rimedi naturali

La pressione alta è considerata un killer silenzioso ed è una delle principali cause di malattie cardiovascolari e di conseguenza uno dei fattori di mortalità nel mondo occidentale. In questo articolo vediamo quali sono i sintomi della pressione alta, le cause, gli elementi che contribuiscono ad aumentare il rischio di ipertensione e i rimedi naturali per far tornare i valori alla normalità.

pressione alta

La pressione alta può portare a conseguenze molto gravi come malattie aterosclerotiche, edema polmonare, danni agli organi, insufficienza renale e ictus. Non si tratta quindi di una condizione da sminuire e sono numerosi gli studi pronti a confermare che una pressione più bassa è associata a rischi di mortalità inferiori. E’ pur vero che la pressione ha la tendenza ad aumentare con l’età, ma le probabilità di mortalità per cardiopatia o ictus raddoppiano ogni 20 mmHG per la massima e ogni 10 mmHG per la minima oltre i valori 115/75 mmHG. Solo questo dovrebbe fare riflettere.

Stile di vita e alimentazione possono fare la differenza e migliorare la pressione. In ogni caso però se c’è il dubbio di soffrire di ipertensione è fondamentale evitare il “fai da te” e affidarsi ad un medico per un percorso adeguato di guarigione. Anche quando si assumono farmaci per la pressione è importante seguire le prescrizioni del medico e continuare la terapia senza interrompere la cura.

Sintomi della pressione alta

Quando parliamo di pressione arteriosa ci riferiamo all’intensità della forza con cui il sangue, partendo dal cuore, raggiunge tutto il corpo attraverso i vasi sanguigni. La misurazione della pressione è effettuata generalmente dall’esterno, utilizzando lo sfigmomanometro a mercurio o altri apparecchi elettronici da braccio, polso o dito che forniscono anche una valutazione sul battito cardiaco.

Il principale indizio della pressione alta è legato alla misurazione, facendo una media dei valori registrati in 2 momenti consecutivi e in circostanze diverse (sempre a riposo) durante la giornata.

Senza la misurazione i sintomi dell’ipertensione non sono facili da riconoscere. Nonostante le gravi complicazioni a cui si può andare incontro infatti molto spesso questa patologia si presenta senza alcuna particolare avvisaglia. E’ considerata una malattia subdola e da qui il nome di killer silenzioso. In alcuni soggetti, molto di rado e solo in caso di crisi ipertensiva, si può manifestare con mal di testa, solitamente nella prima mattinata e localizzato nell’area della nuca. Altri sintomi legati all’ipertensione potrebbero essere capogiri, alterazioni della capacità visiva, palpitazioni, affaticabilità, nausea, sensazione di vomito ed epistassi.

Possibili cause della pressione alta

L’ipertensione arteriosa si distingue in due tipologie dalle cause ben diverse: ipertensione essenziale e ipertensione secondaria.

Cause ipertensione essenziale

Fra gli adulti e la popolazione anziana l‘ipertensione primaria o essenziale è la forma più comune di pressione alta, andando a caratterizzare oltre il 90% dei casi. Le cause dell’ipertensione primaria non sono correlate ad una patologia, ma riguardano molteplici elementi. Per questo motivo non è possibile stabilire con sicurezza una causa scatenante. Si tratta quindi di una combinazione di fattori anche molto diversi tra loro che contribuiscono alla comparsa della patologia.

I principali fattori di rischio che possono portare a livelli di pressione sanguigna superiori al normale sono l’età, il sovrappeso e gli squilibri ormonali. Il consumo quotidiano di cibi ricchi di sale è una delle cause principali e di fatto, come vedremo, a chi soffre di ipertensione si consiglia sempre di limitare il consumo di sale per evitare un aggravarsi delle condizioni. Del resto, come abbiamo già detto, la pressione alta, se trascurata, può portare in pochi anni a malattie cardiovascolari, quindi correggere alcune abitudini alimentari poco salutari è di certo necessario per controllare i valori e ritrovare il benessere. Anche grandi quantità di caffè e il ridotto consumo di cibi contenenti vitamina D possono portare all’ipertensione primaria.

La familiarità, cioè la presenza nella storia della famiglia di altri casi e fattori genetici possono essere determinanti nello sviluppo delle malattie legate alla pressione alta, così come un sistema nervoso simpatico iperattivo. Lo stress, come è facile immaginare, non aiuta e rappresenta insieme alla sedentarietà una delle cause della pressione alta più diffuse.
Anche la depressione sembrerebbe influenzare in modo significativo la pressione arteriosa, ma la ricerca sta ancora studiando le possibili correlazioni.

Cause ipertensione secondaria

L’ipertensione secondaria è invece una patologia poco diffusa e coinvolge solo il 5-10% dei casi affetti da pressione alta. A differenza dell’ipertensione primaria, le cause dell’ipertensione secondaria sono precise e legate a situazioni fisiche, ad una malattia che indebolisce gli organi o ad una circostanza.

Fra le cause dell’ipertensione secondaria troviamo quindi alcune malattie cardiache e disturbi renali gravi come ad esempio la malattia renale cronica (MRC), la glomerulonefrite (patologia infiammatoria che colpisce i reni) e il rene policistico, una delle malattie genetiche più comuni che porta ad insufficienza renale.

Anche le malattie endocrine e quelle a carico della tiroide rappresentano alcuni dei fattori di rischio comuni della pressione alta. Fra queste citiamo l’ipertiroidismo, la sindrome di Conn che interessa le ghiandole surrenali, l’iperparatiroidismo (iperattività delle ghiandole paratiroidi), sindrome di Cushing o ipercortisolismo, l’iperaldosteronismo che porta ad una diminuizione del potassio nel sangue, una neoplasia del surrene chiamata feocromocitoma e l’acromegalia.

Le donne in gravidanza possono avere ipertensione secondaria, ma anche quelle che utilizzano la pillola anticoncezionale. Il diabete è un’altra delle cause della pressione alta di tipo secondario, così come le malformazioni congenite delle aorte (coartazione dell’aorta) e l’occlusione dell’arteria renale. Alcuni farmaci quali gli antidepressivi, gli antinfiammatori FANS (es. ibuprofene), i decongestionanti per il naso, i sedativi della tosse, il cortisone e gli immunosoppressivo come la ciclosporina possono portare ad episodi di pressione alta.

Fra le altre cause di ipertensione troviamo inoltre una malattia cronica autoimmune chiamata lupus eritematoso sistemico, nonché la sindrome delle apnee notturne e la sclerodermia, dove abbiamo un’infiammazione del tessuto connettivo.

L’uso di sostanze stupefacenti come la cocaina e psicostimolanti come l’amfetamina influenza la pressione alzando i valori, lo stesso vale per l’abuso di alcol. Anche chi utilizza prodotti naturali contenenti liquirizia e in generale assume liquirizia in quantità eccessiva potrebbe soffrire di pressione alta.

Valori della pressione alta

Vediamo ora di capire come si analizza la pressione cardiaca e come si individuano i valori della pressione alta.

Sostanzialmente la pressione sanguigna è indicata da due numeri che rappresentano rispettivamente la massima e la minima. Come sappiamo il battito cardiaco alterna una prima fase in cui il cuore si contrae pompando il sangue e una seconda fase in cui il muscolo cardiaco è a riposo. La prima fase corrisponde alla pressione sistolica comunemente conosciuta come pressione massima, mentre la seconda è chiamata pressione diastolica e corrisponde alla pressione minima.

Quando si può dire di avere la pressione alta?

Questa è una delle domande più ricorrenti che si fa chi soffre di problemi di pressione. L’unità di misura della pressione è rappresentata dai millimetri di mercurio (mmHg). Per un adulto, di età maggiore ai 18 anni e senza malattie croniche di una certa rilevanza, una pressione considerata normale è inferiore a 120/80 mmHg dove il numero 120 rappresenta la massima (pressione sistolica) mentre il numero 80 indica la minima (pressione diastolica).

Quando i valori vanno da 120 a 139 per la massima oppure oscillano tra 80 e 89 per la minima si parla di preipertensione, in altre parole una condizione che potrebbe portare all’ipertensione se non si seguiranno degli accorgimenti. Esistono poi due classificazioni per i valori della pressione alta: ipertensione Grado 1 con massima 140-159 o minima 90-99 e ipertensione Grado 2 con massima oltre 160 o minima oltre i 100.

Può capitare anche che i valori diastolici e sistolici non sempre ricadano all’interno della stessa categoria. In questi casi per valutare il quadro clinico si prende in considerazione la categoria più grave. Un esempio? Se la pressione massima è superiore a 160 mentre la minima è a 80, nonostante la minima rientri nella normalità e non sia sopra i 100, si parla comunque di ipertensione Grado 2. Se invece la pressione massima è 120 e quella minima fra 90 e 99 si parla di ipertensione Grado 1. Quindi per l’ipertensione è sufficiente che si verifichi anche solo una delle condizioni indicate e che solo uno dei due valori sia fuori dalla norma.

Come stabilire se si soffre di pressione alta?

I livelli di pressione del sangue variano in base alle condizioni fisiche e mentali, per cui è normale non avere una pressione sempre uguale. Anche una persona sana può avere dei livelli di pressione non sempre nella norma perché variano a seconda delle situazioni e delle condizioni di stress a cui è sottoposta. Ecco perché è opportuno effettuare più misurazioni della pressione a riposo, possibilmente negli stessi momenti della giornata, per replicare le medesime variabili e verificare se i risultati sono costantemente maggiori di una certa soglia. Sarà poi il medico di fiducia a definire la situazione e a proporre, se necessario, una cura adeguata.

Allo stesso tempo, anche quando si segue una terapia medica per l’ipertensione, è fondamentale misurare spesso i valori per avere un’idea precisa del proprio stato di salute. Anche quando i risultati sembrano normalizzati non si può ancora parlare di guarigione e interrompere la terapia. Semmai si può attestare che la pressione alta è sotto controllo, ma sarà sempre il medico a dover stabilire come e quanto continuare con la terapia.

Valori normali secondo le linee guida americane

Le nuove linee guida americane sull’ipertensione, pubblicate verso la fine 2017 sul Journal of the American College of Cardiology, hanno identificato nuovi e diversi limiti, suscitando un dibattito acceso anche in Europa.

Mentre una pressione di 120/80 mmHg è sempre considerata normale, secondo lo studio americano un valore superiore va considerato sempre pressione alta, eliminando la dicitura pre-ipertensione. Le linee guida americane, rispetto alla classificazione europea, risultano quindi più stringenti e mettono in luce la necessità di ridurre i valori della pressione per la salute del sistema cardiocircolatorio.

Intervento dello studio americano e utilizzo di farmaci

Lo scopo degli autori di questo studio è quello di allertare l’opinione pubblica sui danni che una pressione alta può arrecare. L’obiettivo è invitare la popolazione a modificare il proprio stile di vita riducendo il livello di pressione arteriosa per migliorare il benessere fisico e aumentare l’aspettativa di vita.

Ma non solo, agli inizi del 2017 sono state fornite nuove indicazioni anche per l’utilizzo di trattamenti farmacologici contro l’ipertensione nei soggetti sopra i 60 anni di età. Tali soggetti dovrebbero iniziare la cura farmacologica appena la pressione sistolica supera i 150 mmHg. Non sono mancate ovviamente opinioni divergenti. Secondo fonti autorevoli non bisogna essere troppo aggressivi nell’utilizzo farmacologico in quanto non sempre la riduzione della pressione porta ai benefici sperati. Va invece valutato lo stato di salute complessivo e le specificità del paziente.

Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Circulation appartenente all’American Heart Association ha inoltre dimostrato che, se da un lato abbassare la pressione sanguigna massima sotto il livello di 120 mmHg potrebbe contribuire ad allungare la longevità di numerose persone, vi sarebbero però complicazioni come svenimenti ed altre sintomatologie tali da ridurre la qualità di vita dei pazienti. Anche l’associazione dei medici di famiglia americana AAFP ha scelto di non aderire alla ricerca e di non accettare la nuova categorizzazione, puntando il dito sulle modalità di pubblicazione, sul mancato rispetto delle tempistiche di sperimentazione e su una lettura dei dati troppo favorevole allo scopo che si voleva conseguire.

Cosa fare per abbassare la pressione alta: consigli e metodi naturali

Vediamo ora alcuni consigli, rimedi e metodi naturali per abbassare la pressione alta. Nonostante siano semplici abitudini alimentari o accorgimenti nello stile di vita, nei casi di ipertensione o di sospetta ipertensione è sempre consigliabile confrontarsi prima con il proprio medico. A maggior ragione se si tratta di assumere integratori o di iniziare una dieta particolare.

1) Eliminare totalmente il sale da cucina e i vari alimenti che lo contengono?

nella foto una saliera su sfondo rosso con un cuore e elettro-cardiogramma

L’alimentazione ha un ruolo davvero significativo per la pressione alta. Difficile rinunciare al gusto e quindi al sale che rende prelibate la maggior parte delle preparazioni culinarie. Purtroppo però il sale e in particolare il sodio contenuto, favorisce l’ipertensione arteriosa, soprattutto in chi è più predisposto.

Diversi studi hanno infatti dimostrato che il sale aumenta la pressione extracellulare e di conseguenza facilita la ritenzione di liquidi con conseguenti sindromi edematose, ipertensione arteriosa e sviluppo di osteoporosi.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di assumere al massimo 2 grammi di sodio al giorno, circa 5 grammi di sale da cucina (un cucchiaino da tè). Tuttavia il sale non è solo quello che aggiungiamo sugli alimenti. Spesso infatti ci dimentichiamo che i cibi contengono sodio già di natura, mentre quelli conservati e i piatti pronti ne hanno in abbondanza. Ogni grammo di sale ha circa 0,4 grammi di sodio e si è calcolato che nelle persone che soffrono di ipertensione abolire il sodio aggiunto (non quello presente negli alimenti) ridurrebbe di molto sia la pressione sistolica che quella diastolica.

Cibi sì, cibi no per ipertensione
Fra i cibi amici della pressione troviamo cioccolato amaro (non più di 10 g al giorno), mirtillo, aglio e peperoncino che sono vasodilatatori, pomodori ricchi di potassio e barbabietole rosse. In generale frutta e verdura contengono potassio e aiutano a regolare la pressione. Fra i cibi no la liquirizia perché può portare a ritenzione idrica e aumentare la pressione e il caffè che è un vasocostrittore. Tutti i cibi in scatola, le salse pronte come maionese, senape e salsa di soia, i salumi, gli insaccati e le carni lavorate, il dado, i piatti pronti, industriali o conservati contengono troppo sale, grassi e conservanti, quindi sono vivamente sconsigliati in caso di alta pressione. No anche a snack, patatine e alimenti trasformati. Meglio quindi preferire una cucina casalinga e insaporire i cibi con erbe aromatiche, spezie e limone piuttosto che con il sale.

Limitare sì, ma non eliminare il sale
Ridurre il sale a tavola aiuta ad abbassare la pressione e questa è una delle prime regole.
Tuttavia, come da studi recenti presentati al Congresso della Società europea dell’ipertensione (Esh) si è evidenziato che è consigliabile non diminuire di troppo il consumo di sale. La dose di sodio permessa a chi soffre di ipertensione è ancora un argomento piuttosto discusso, ma meglio non scendere troppo sotto i valori consigliati perché non si conoscono ancora le conseguenze sulla salute.

2) Aumento del magnesio e del potassio

magnesio e potassio

Come abbiamo visto il sodio è un elemento da limitare quando si soffre di ipertensione poiché per la sua natura contribuisce ad aumentare la pressione sanguigna. Vi sono però altri elementi come il magnesio e il potassio che, se assunti sistematicamente, possono andare a ridurre la pressione alta. Vediamo di capire meglio come agiscono e come assumerli in modo regolare per avere dei benefici sulla pressione sanguigna.

Come funzionano magnesio e potassio per la pressione?
Magnesio e potassio sono due minerali riconosciuti principalmente per le loro funzioni all’interno delle cellule. Studi recenti hanno però dimostrato come la loro attività extracellulare abbia effetti positivi sulla regolazione della pressione arteriosa. Aumentando le dosi di potassio si ottiene una riduzione naturale della pressione e inoltre si verifica un aumento dell’eliminazione del sodio attraverso le vie urinarie, amplificando così gli effetti positivi sul controllo della pressione. Per il magnesio invece l’argomento è ancora oggetto di studio ma appare già evidente il suo contributo nella lotta all’ipertensione.

Dove si trovano magnesio e potassio?
Magnesio e potassio si assumono mangiando frutta, verdura, cereali integrali e legumi, cibi naturalmente ricchi di questi elementi. In alternativa è possibile utilizzare integratori alimentari. Migliorare la propria dieta, assumendo regolarmente questi elementi tramite il cibo, è sicuramente la via preferibile, magari associando anche una leggera attività fisica. Tuttavia il consumo massiccio di frutta e verdura può anche causare problematiche digestive dovute all’eccesso di fibra e di zuccheri, come ad esempio il fruttosio.
In questi casi risultano quindi utili gli integratori di magnesio e potassio che aiutano l’organismo nel difficile compito di ridurre la pressione arteriosa. Come suggeriscono alcune ricerche però la loro assunzione deve superare di molto la razione giornaliera consigliata, soprattutto per quanto concerne il magnesio.

3) Utilizzare aglio crudo o un integratore a base di aglio

teste di aglio

Recenti studi dimostrano come il consumo di aglio crudo sia efficace nel ridurre la pressione sanguigna ed abbia un’azione simile a quelle dei farmaci antipertensivi. Il consumo di aglio non ha effetti collaterali rilevanti e nemmeno interazione con i farmaci per la pressione. Per questo motivo è di sicuro un ottimo alleato per chi si trova tutti i giorni a combattere con il problema della pressione alta.

Perché l’aglio crudo fa bene
Le virtù benefiche dell’aglio sulla salute sono piuttosto note. È un potente antiossidante ed ha proprietà battericide che aiutano il funzionamento del sistema immunitario. Inoltre è ricco di vitamine e minerali, ma soprattutto di composti solforati. Questi ultimi, in particolare una sostanza organica nota con il nome di l’allilcisteina, sarebbero in grado di modulare la produzione dell’ossido nitrico. Questa sostanza chimica, rilasciata a livello del tessuto endoteliale dei vasi sanguigni, attiva il rilassamento della muscolatura liscia con conseguente riduzione della pressione.

Integratori di aglio
Uno stile di vita sano è sicuramente il primo passo da compiere quando si soffre di ipertensione. Una dieta che premia l’assunzione di cibi ricchi di fibre con l’aggiunta di aglio crudo potrebbe davvero portare ad ottimi risultati. Purtroppo però per avere questi benefici è necessario consumare aglio regolarmente, soprattutto crudo poiché la cottura riduce gli effetti. L’aglio però ha uno svantaggio derivante dallo sgradevole effetto sull’alito, per questo motivo non sono poche le persone che rinunciano ad usarlo. La soluzione però può essere quella di utilizzare un integratore a base di aglio. Gli integratori di aglio infatti sono privi della componente olfattiva e permettono di assumere facilmente e con regolarità le quantità di aglio necessarie al benessere del corpo.

4) Assumere probiotici

fermenti lattici probiotici

Si sente spesso parlare dell’importanza dei probiotici nella nostra dieta quotidiana, per i loro benefici sulla salute e per la regolarità intestinale. Studi recenti hanno però dimostrato che i loro effetti positivi si estendono anche al sistema cardiocircolatorio.

Assumere probiotici abbassa infatti la pressione sanguigna contrastando così gli effetti nocivi dell’ipertensione. Il consumo di probiotici deve essere regolare e i risultati si possono vedere già dopo due mesi di utilizzo. Non sono ancora del tutto chiari i meccanismi e quali probiotici siano maggiormente attivi contro l’ipertensione, ma sembra che la loro capacità di normalizzare alcune tipologie di ormoni, zuccheri del sangue e colesterolo favorisca un miglioramento della circolazione sanguigna. Oltre ad assumere i probiotici, che ricordiamo sono i batteri buoni che si trovano nei cibi fermentati (come ad esempio lo yogurt), bisogna anche nutrirli e qui intervengono i prebiotici, sostanze naturalmente presenti nei cibi ricchi di fibre vegetali.

5) Smettere di fumare

Smettere di fumare è uno dei primi consigli per chi soffre di ipertensione. Infatti il fumo di sigaretta aumenta significativamente la pressione arteriosa e anche la velocità del battito cardiaco. Questo ovviamente dipende da soggetto a soggetto. Tuttavia, studi recenti hanno evidenziato come il fumo di sigaretta nel tempo vada ad alzare la pressione, aumentando le probabilità di sviluppare ipertensione.

Un altro aspetto da non trascurare è l’effetto del fumo sui vasi sanguigni e sulle arterie. La nicotina presente nelle sigarette, l’ossido di carbonio e tutti gli altri elementi generati dalla combustione del tabacco condizionano in modo negativo la salute dell’endotelio, ovvero il tessuto che riveste le pareti dei vasi sanguigni, dei vasi linfatici e del cuore. Questi effetti negativi si evidenziano sia in acuto che attraverso un lento decorso e portano conseguenze gravi. Fra queste segnaliamo vasospasmi, cioè restringimenti delle arterie e processi di iperaggregazione piastrinica che aumentano il rischio di patologie delle arterie coronarie, cardiopatia ischemica e ischemia cerebrale. Di sicuro smettere di fumare se si ha la pressione alta è una regola da attuare immediatamente.

6) Non eccedere con l’alcool

Un bicchiere di vino ogni tanto non fa male, anzi diversi studi dimostrano che piccole quantità di alcol possono anche aiutare il sistema cardiocircolatorio. I problemi però nascono quando si esagera: un consumo eccessivo infatti comporta un aumento della pressione arteriosa. Oltre agli effetti negativi sulla pressione, l’alcol è anche nemico della linea e incrementa i livelli di trigliceridi nel sangue.

Le conseguenze spiacevoli sul sistema cardiocircolatorio si osservano già a partire da un consumo quotidiano di uno/due bicchieri di vino (200 ml) o di due birre piccole (400 ml), mentre per i superalcolici la quantità scende a 50 ml, circa uno/due bicchierini. Eccedere di molto questi livelli di alcol è davvero dannoso per la salute e aumenta notevolmente il rischio di ictus e di emorragia cerebrale a causa degli innalzati livelli di pressione.

Come sempre il segreto sta nella moderazione. E’ per questo motivo che è consigliabile bere lentamente, evitare l’assunzione di alcol per almeno due giorni durante la settimana e dilazionare il più possibile il consumo.

7) Bere acqua di cocco

bere acqua di cocco abbassa la pressione

Sì, proprio così: bere acqua di cocco abbassa la pressione. A confermarlo è uno studio pubblicato qualche tempo fa dal Medical Journal che ha stabilito che l’acqua di cocco è un metodo naturale davvero valido per aiutare i pazienti affetti da ipertensione. Insieme all’acqua di cocco lo studio cita anche il mauby, una bibita caraibica dolce amara, ricavata dalla corteccia di un albero spinoso.

La ricerca è stata effettuata su un campione di 28 persone (divise in 4 gruppi) registrando i valori della pressione per 4 settimane, due senza trattamento e due con trattamento. Il primo gruppo di controllo ha bevuto solo acqua, il secondo gruppo acqua di cocco, il terzo gruppo mauby e il quarto gruppo un mix di acqua di cocco e mauby. Ovviamente nessuna delle persone sapeva a quale gruppo apparteneva, cosa stava bevendo e con quali effetti. Il dato sorprendente è che il 71% dei partecipanti che hanno assunto acqua di cocco ha visto una riduzione della pressione sistolica, mentre il 29% una riduzione della diastolica. Anche i gruppi che assumevano mauby o mauby più acqua di cocco hanno notato miglioramenti, mentre chi beveva solo acqua ha registrato pressione sistolica più elevata o nessun cambiamento.

Perché l’acqua di cocco abbassa la pressione?
Sarebbero proprio i contenuti nutrizionali di cui è ricca l’acqua di cocco a ridurre la pressione: potassio, magnesio, calcio, sodio e zuccheri nella giusta quantità. Questa bevanda può anche rientrare in quelle che vengono definite bibite isotoniche ad assimilazione rapida, utili a reintegrare i liquidi persi dopo l’attività fisica.
Attenzione però: l’acqua di cocco non si ricava dalle noci di cocco dalla scorza legnosa e marrone, ma dalle noci di cocco verdi, con un procedimento di imbottigliamento controllato.

8) Biancospino

Il biancospino (nome scientifico Crataegus Oxyacantha) è uno dei metodi erboristici naturali più efficaci per combattere la pressione alta. Questo arbusto infatti è un antistress naturale, ha molteplici proprietà regolatrici della pressione sanguigna e porta significativi miglioramenti in caso di ipertensione.

Ipertensione, ansia e nervosismo
Chi soffre di pressione alta presenta spesso una natura nervosa e stati ansiosi. Del resto questo atteggiamento è motivato dalla tensione prolungata del corpo e dal cuore continuamente sotto sforzo.
L’eccessiva pressione a carico dei vasi sanguigni può anche portare nel tempo a delle piccole lesioni, con cicatrizzazione e irrigidimento delle pareti. Il rischio di ictus e infarto in questi casi è ancora più elevato, perché le placche di colesterolo nel sangue trovano un appoggio nei punti cicatrizzati, con conseguente formazione di coaguli di sangue che ostruiscono i vasi sanguigni.

Biancospino per pressione alta: come funziona?
Il biancospino aiuta a calmare il cuore e a rilassare le tensioni del corpo. È un ansiolitico naturale e la tradizione erboristica europea utilizza da sempre le foglie e i fiori come rimedio ipotensivo. Gli antiossidanti (flavoinoidi) e i numerosi principi attivi di cui il biancospino è ricco contrastano i radicali liberi e l’invecchiamento cellulare. Hanno inoltre un’azione diretta sulle pareti delle arterie e dei vasi sanguigni andando a distenderle e allargarle. Questa ultima funzione è fondamentale per abbassare la pressione in circolo, ridurre lo stress ossidativo e rilassare corpo e sistema circolatorio.
I flavonoidi poi svolgono una funzione anti colesterolo cattivo evitando che si accumuli sulle pareti dei vasi sanguigni. Oltre a queste proprietà, il biancospino è utilizzato per riequilibrare il ritmo cardiaco. Va infatti a regolare la contrazione del cuore, equilibra il battito, rinforza l’apparato cardiocircolatorio e il muscolo cardiaco grazie ai proantocianidoli.

La vitexina, un altro tipo di flavonoide contenuto, invece agisce distendendo il sistema nervoso e riducendo stress, insonnia e stati ansiosi.

9) Aumentare l’assunzione degli acidi grassi omega 3

alimenti che contengono omega 3 in abbondanza

Assumere acidi grassi omega 3 aiuta ad abbassare la pressione sanguigna e migliorare il sistema cardiocircolatorio. Ricerche recenti hanno infatti dimostrato che l’assunzione degli acidi grassi omega 3 ha un’effetto ipotensivo piuttosto efficace sulla pressione arteriosa. Inoltre gli omega 3 riducono la presenza di trigliceridi nel sangue e normalizzano i livelli di colesterolo, riducendo così i rischi di patologie cardiovascolari.

Allo stesso tempo è importante ridurre l’assunzione di grassi saturi e idrogenati dannosi per la salute, evitando cibi come carni grasse, formaggi stagionati e prodotti industriali. Gli omega 3 invece sono più difficili da assumere con la normale dieta poiché si trovano principalmente in alghe, fegato di pesce e semi (es. lino e canapa). È possibile comunque inserire nella dieta degli integratori di omega 3, facilitando il lavoro del sistema circolatorio e contribuendo all’abbassamento della pressione sanguigna.

10) Seguire una dieta specifica come ad esempio la DASH

Come abbiamo capito, una dieta aiuta a riportare i valori della pressione alla normalità. Fra le diete più mirate troviamo la DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension) specifica per bloccare l’ipertensione. L’obiettivo di questo regime alimentare è quello di ripristinare l’omeostasi nelle forme di ipertensione primaria, cioè legate a stili di vita poco salutari, mentre è meno indicata per l’ipertensione di tipo secondario legata a malattie o motivi genetici.

Ma come funziona la dieta DASH?
La dieta DASH mira a recuperare un normopeso. Di regola si deve smettere di fumare, eliminare il consumo di alcol e iniziare un programma di attività fisica. Da un punto di vista dell’alimentazione invece la dieta DASH consiglia di evitare l’aggiunta di sale da cucina sugli alimenti, abolire cibi conservati sotto sale, ridurre quelli con grassi saturi e limitare i picchi glicemici.

Gli alimenti sì per la dieta DASH sono tutti quelli ricchi di potassio e magnesio che, come abbiamo visto, aiutano a regolare la pressione arteriosa, nonché i cibi con elevate quantità di acidi grassi essenziali Omega 3. Si consiglia anche di bere acqua oligominerale e di utilizzare degli integratori ipotensivi. Queste indicazioni hanno solo scopo informativo e non sostituiscono il parere di un nutrizionista o di un dietista, da consultarsi prima di iniziare una dieta soprattutto in presenza di patologie.

11) Se obesi iniziare una dieta dimagrante povera di sodio

Obesità e ipertensione sembrano andare a braccetto e di fatto ogni volta che aumentiamo di peso anche la pressione massima vede un impulso verso l’alto. Basta pensare che se si supera del 10% il peso corporeo anche la pressione si impenna di 6.5 mmHg. I responsabili di questo fenomeno non sono solo i chili in più, ma l’indice di massa corporea e la distribuzione dell’adipe nel corpo che, per chi soffre di ipertensione, è generalmente concentrato nella fascia addominale.

Ancora non sono chiarissimi i meccanismi che legano obesità e sovrappeso, ma sembra che le due problematiche condividano gli stessi fattori di rischio, come ad esempio l’insulino-resistenza (che può portare a diabete e patologie cardiovascolari) e la maggiore sensibilità al sodio, responsabile della pressione alta. Più chili significa ovviamente più sforzo per reni e cuore che deve far arrivare il sangue in tutto il corpo, con conseguente pressione arteriosa più elevata.

Ecco perché chi soffre di ipertensione dovrebbe prima di tutto seguire una dieta per perdere peso, associata ad attività fisica di tipo aerobico. Già da sole queste due azioni possono ridurre la pressione in modo significativo.

12) Stop alla vita sedentaria sì allo sport

È risaputo che l’attività fisica svolta con regolarità fa bene alla salute, ma i suoi effetti positivi si riscontrano anche nei soggetti che soffrono di ipertensione. Praticare sport infatti abbassa la pressione sanguigna perché migliora il funzionamento del sistema cardiocircolatorio. Il numero dei capillari a livello muscolare aumenta facilitando il flusso sanguigno e l’irrorazione dei tessuti. Anche sangue e ossigeno raggiungono più facilmente il muscolo cardiaco, determinando uno sforzo minore. Inoltre l’attività fisica riduce l’ipertensione poiché mitiga patologie come il diabete o l’obesità, spesso causa della pressione alta.

Gli sport più efficaci per abbassare la pressione sono la marcia, la corsa, il ciclismo e il nuoto di resistenza. Effetti ipotensivi a breve termine si riscontrano anche con la ginnastica. In particolare, per essere efficace, l’esercizio deve essere di natura aerobica con un’intensità media rispetto alle proprie possibilità fisiche. Deve avere una frequenza regolare di circa 3 volte alla settimane con una durata di almeno 30 minuti.

13) Integratori naturali per abbassare la pressione

Fra i metodi più comuni per diminuire la pressione sanguigna troviamo gli integratori naturali, la cui funzione è però relativamente efficace senza dieta e sport. Oltre a potassio, magnesio e acidi grassi omega 3, quindi possono essere utili i diuretici che riducono la pressione e migliorano l’attività dei reni. Alcuni contengono estratti vegetali come ad esempio ananas, carciofo, cipolla, finocchi e tarasacco. Ideali anche le tisane drenanti. Attenzione però a scegliere gli integratori diuretici indicati per l’ipertensione e a non confonderli con i farmaci diuretici che sono più efficaci ma anche più pericolosi se non vengono dosati correttamente.

Esistono poi tutta una serie di integratori non diuretici ma a base di frutti, semi e piante medicinali ipotensive che regolano la pressione grazie ai loro principi attivi. Fra questi mirtillo, vite rossa, ibisco, betulla, uncaria e cardiaca. Anche gli integratori con arginina possono aiutare in quanto agiscono sull’endotelio e riducono la pressione andando a migliorare l’elasticità delle pareti dei vasi sanguigni.

Gli integratori naturali per abbassare la pressione non sono consigliati a chi presenta valori di pressione normale o a chi segue una cura ipertensiva. In ogni caso però, di comune accordo con il medico, possono essere utilizzati in combinazione con la terapia farmacologica se si sono presentati dei miglioramenti nel quadro clinico generale.

Conclusioni

L’ipertensione non va sottovalutata perché può essere il campanello di allarme per altre patologie gravi a carico del sistema circolatorio. Per questo motivo è importante controllare la pressione e prevenire i fattori di rischio. In caso di pressione alta invece è necessario iniziare subito un percorso mirato.

Alimentazione sana, integratori e alcuni rimedi fitoterapici, così come smettere di fumare e fare attività fisica sono alcune semplici azioni che possono aiutare a prevenire l’ipertensione, abbassare la pressione e riportare il benessere nella propria vita.