Carenza di vitamina D: sintomi, conseguenze, rimedi

La carenza di vitamina D può comportare seri problemi per l’organismo. Non sempre è facile individuare eventuali mancanze, ma esistono alcuni sintomi che rappresentano dei veri e propri campanelli di allarme. La carenza di vitamina D infatti si palesa generalmente attraverso una persistente sensazione di stanchezza e forti dolori alle ossa.

Le principali conseguenze da ipovitaminosi D sono legate alla fragilità del tessuto osseo, ma possono riguardare anche altre tipologie di disturbi, dalle caratteristiche anche gravi. Tra gli esempi ricorrenti di patologie legate alla carenza di vitamina D si riscontrano l’osteoporosi, il rachitismo e diverse malattie cardio-vascolari, o legate al sistema immunitario.

Ecco perché un’eventuale carenza di vitamina D deve essere immediatamente affrontata, con rimedi mirati. In condizioni normali, un’adeguata esposizione alla luce solare è sufficiente a soddisfare il fabbisogno di vitamina D dell’organismo umano. Una volta accertata una carenza, è possibile seguire un’alimentazione appositamente indicata e soprattutto procedere all’assunzione di integratori specifici,che permettano diaumentare i livelli di questa vitamina così importante. Approfondiamo ora i vari aspetti che caratterizzano la carenza di vitamina D.

Carenza di vitamina D: sintomatologia

Il modo più semplice e sicuro per valutare un’eventuale carenza di Vitamina D consiste nell’effettuare le analisi del sangue. Bisogna considerare che i valori ottimali per la salute sono compresi tra 50 e 80 ng/ml di vitamina D. Tuttavia, esistono alcuni segnali abbastanza riconoscibili, per comprendere se il proprio organismo soffre di ipovitaminosi D, anche senza dover ricorrere al prelievo e agli esami specialistici. Tra i sintomi più ricorrenti, si registrano le seguenti situazioni:

1. Stanchezza muscolare, fratture e dolori alle ossa

La carenza di vitamina D può portare a fragilità delle ossa e conseguenti fratture o dolori: la causa va ricercata in un difetto ci calcio nella matrice di collagene nello scheletro, con significativi dolori alle ossa. Spesso anche l’osteoporosi è legata direttamente ad uno stato di ipovitaminosi D. Questo perchè una delle principali funzioni della vitamina D è proprio quella di promuovere l’assorbimento di calcio a livello intestinale, con un apporto essenziale per il corretto sviluppo delle ossa.

2. Debolezza costante, associata anche a depressione.

La vitamina D ha un impatto non solo sul benessere fisico ma anche sulla serenità psicologica degli esseri umani. Una sua eventuale carenza è infatti associata a sbalzi d’umore, irritabilità e depressione. Basti pensare che l’esposizione al sole e di conseguenza la produzione di vitamina D, aumenta i livelli di serotonina, che è l’ormone direttamente legato all’energia e all’umore positivo.

3. Sudorazione eccessiva alla testa

Secondo importanti pareri medici, uno dei segnali evidenti di carenza di vitamina D è la testa sudata. Tale sintomo può comparire anche precocemente, in quanto una sudorazione eccessiva nei neonati, causata da irritabilità neuromuscolare, è associata proprio alla ipovitaminosi D.

Esistono inoltre alcuni elementi che possono predisporre a situazioni di carenza di vitamina D. Ad esempio essere in sovrappeso rappresenta una condizione di maggiore fabbisogno di vitamina D: il grasso infatti ne attira maggiori quantità, amplificandone la richiesta da parte dell’organismo.

Anche l’avanzare dell’età può contribuire ad un’eventuale carenza: soprattutto una volta superati i 50 anni, la produzione di vitamina D da parte dell’organismo inizia a diminuire. Si stima che le persone di 70 anni producano circa il 30% in meno di vitamina D rispetto ai trentenni durante il medesimo tempo di esposizione al sole.

Inoltre la pelle scura agisce da filtro e richiede un maggior tempo per far assimilare la medesima quantità di vitamina D, rispetto alla pelle chiara esposta al sole: si stima che gli afroamericani abbiano bisogno di tempi di esposizione 10 volte superiori.

Infine, i problemi intestinali possono rappresentare un elemento che amplifica i casi di ipovitaminosi D, in quanto trattasi di una vitamina liposolubile. Di conseguenza, disturbi come il morbo di Chron, la celiachia o l’intestino infiammato, non permettendo di assorbire correttamente i grassi, porteranno anche ad un minore assorbimento della vitamina D.

Conseguenze da carenza di vitamina D

Le conseguenze di carenza da vitamina D variano molto in base al livello della problematica, in considerazione dell’età dell’individuo, del suo stato di salute e del suo stile di vita quotidiano. Talvolta, possono crearsi delle situazioni di lievi disturbi, facilmente superabili, con l’adeguata integrazione della carenza. Altre volte possono svilupparsi conseguenze più gravi, per cui è sempre bene non sottovalutare i primi campanelli di allarme di una possibile ipovitaminosi D. E’ stato rilevato che le singole situazioni possono variare anche in base al luogo in cui si vive: le problematiche sono infatti molto più gravi e comuni nei paesi freddi, dove il sole non è sempre presente, rispetto alle zone calde e soleggiate.

Tra le principali conseguenze di carenza di vitamina D si registra la patologia del rachitismo, che può colpire i bambini durante la loro crescita. Una delle causa di tale malattia è proprio una mancata esposizione solare, o un’alimentazione non corretta, che porta a livelli ridotti di vitamina D. Bisognerebbe prestare grande attenzione ad assicurarsi i corretti livelli già durante i nove mesi di gravidanza e allattamento, facendo scorta della vitamina, anche con l’aiuto di integratori naturali, sempre su consiglio dal ginecologo. Tale malattia può colpire anche gli adulti e viene chiamata

Ancora, una conseguenza grave collegata spesso alla ipovitaminosi D è rappresentata dall’Alzheimer: l’elevato stato confusionale che sfocia nella cosiddetta “malattia della memoria” può dipendere anche da livelli non sufficienti di vitamina D nell’organismo.

Altra conseguenza da non sottovalutare sono eventuali malattie cardio-vascolari e coronariche: alcune possono essere prevenute attraverso un’adeguata esposizione al sole, apportando la giusta quantità di vitamina necessaria alla buona circolazione del sangue

Da non sottovalutare anche possibili patologie, che si sono mostrate in correlazione con l’ipovitaminosi D, come il Lupus e il diabete di tipo 1, sempre accompagnate da un malfunzionamento del sistema immunitario.

Rimedi alla carenza di vitamina D

In condizioni normali, la carenza di vitamina D può essere risolta attraverso un’adeguata esposizione alla luce solare. In particolare, sarebbe opportuno trascorrere almeno 15-20 minuti al giorno all’aria aperta, con buona parte della pelle esposta al sole.

E’ inoltre possibile integrare i livelli di vitamina D presenti nell’organismo attraverso un’apposita alimentazione, ricca di cibi che siano in grado di assicurare un giusto apporto. Tra i vari alimenti, vanno considerate soprattutto alcune tipologie di pesce, quali il salmone affumicato, la carpa, il pesce spada e il tonno sott’olio. Ottimi anche alcuni funghi, come gallinacci, spugnola e grifola, così come il tuorlo dell’uovo.

Da non dimenticare, il ruolo fondamentale degli integratori in caso di accertata carenza, o anche con funzione preventiva. In commercio ne esistono diverse tipologie, in softgel o in gocce. Spesso se ne consiglia l’assunzione insieme a un pasto contenente una fonte di grassi, per migliorarne l’assorbimento a livello intestinale. Per valutare il dosaggio adeguato è sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico.