Massaggio linfodrenante

Il massaggio linfodrenante, o linfodrenaggio, è una tecnica nota ai più per la sua efficacia nel contrastare la cellulite e la ritenzione idrica. Ma come nasce questo tipo di terapia e in cosa consiste esattamente? Scopriamo insieme benefici, controindicazioni e costi del massaggio più gettonato del 21° secolo.

massaggio linfodrenante

Storia del massaggio linfodrenante

L’esistenza di una linfa incolore, che percorre il corpo umano al pari del sangue, è venuta alla luce già nel IV secolo a.C. quando all’interno delle scuole di Aristotele e Ippocrate si sosteneva la presenza di canali organici non percorsi da sangue ma da altro liquido.

In Grecia, così come nel mondo Arabo, diversi sono stati gli studiosi del corpo umano che hanno sostenuto l’esistenza del sistema linfatico, ma la prova tangibile si è avuta solo nel XVII secolo quando Gaspare Aselli, scienziato cremonese, scoprì i canali linfatici vivisezionando l’intestino di un cane.

Dopo di lui, diversi scienziati, anatomisti e ricercatori hanno individuato i canali linfatici di alcune aree del corpo umano, da Jean Pecquet a Thomas Bartholin, da Rudbeck a Mascagni, ma fu l’anatomista Philibert-Marie-Constant Sappey, a creare una mappa ancora valida dei vasi linfatici e delle rispettive ghiandole presenti nel corpo umano.

L’idea, che un massaggio linfodrenante potesse essere utile a curare i disturbi causati dal mal funzionamento del sistema linfatico, venne al medico chirurgo viennese Alexander von Winiwarter, il quale, sul finire dell’800, pose le basi del metodo da seguire per regolare il flusso della linfa umana.

Il metodo di von Winiwarter venne presto accantonato, superato dal procedimento ideato dallo studioso danese Emil Vodder e sua moglie Estrid, naturopata. Nacque così il metodo Vodder. I due coniugi, lavorando come fisioterapisti esperti in massoterapia a Cannes e Juan les Pins, misero a punto un massaggio linfodrenante ideale per curare ogni genere di edema, ovvero qualsiasi tipo di ristagno dei liquidi nei tessuti interstiziali che si manifesta con evidenti rigonfiamenti sulla pelle superficiale.

Il successo del metodo ideato dai Vodder li mise a capo di una corrente di pensiero e di una fondazione avente lo scopo di formare professionisti, capaci di continuare a diffondere questa pratica risolutiva per molteplici malattie.

Il linfodrenaggio manuale è eseguito, oggi, da fisioterapisti o massaggiatori che appartengono a una delle due scuole di pensiero più accreditate, ovvero quella di Emil ed Astrid Vodder e quella del medico Albert Leduc, che ideò una sua tecnica per contrastare la presenza dei ristagni negli spazi interstiziali.

Cos’è il massaggio linfodrenante

Si definisce massaggio linfodrenante, drenaggio linfatico o linfodrenaggio, quella pratica manuale o meccanica, attraverso la quale il corpo viene manipolato per sboccare o migliorare il flusso della linfa organica.

La linfa, che scorre nell’organismo all’interno di appositi canali, è un liquido incolore che si compone di sali minerali, proteine, grassi, acqua, elettroliti e linfociti; il suo scorrere univoco dal basso verso l’alto è necessario a ripulire l’organismo dalle cellule morte, dalle tossine e dai liquidi in eccesso.

Quando la linfa ristagna negli spazi interstiziali, può essere rimossa attraverso un massaggio linfodrenante, capace di ripristinare il regolare corso del flusso. Il massaggio linfodrenante infatti, grazie a leggere pressioni e movimenti particolari sui centri nevralgici del sistema linfatico, ovvero milza, timo, linfonodi e noduli linfatici, smuove i ristagni riportando la situazione alla normalità fisiologica.

Linfodrenaggio manuale

Le tecniche di linfodrenaggio manuale Vodder e Leduc, pur differendo per modalità d’esecuzione e tipologia di movimenti da eseguire sul paziente, hanno i medesimi obiettivi, ovvero rimuovere i ristagni di liquido linfatico ed accelerare la circolazione della linfa all’interno dei canali per impedire nuove occlusioni. Infatti, Vodder prima e Leduc poi, ebbero ben chiaro che riassorbendo l’edema, ossia il gonfiore che appare sulla pelle provocato dal ristagno della linfa all’interno dei tessuti interstiziali, si sarebbero potuti risolvere diversi problemi organici.

La forma di edema più conosciuta è certemente quella generata dalla ritenzione idrica che si localizza nei tessuti maggiormente predisposti all’accumulo di grasso e si mostra sotto forma di rigonfiamento e pelle a buccia d’arancia. Ma la ritenzione idrica e la cellulite che spesso l’accompagna, non è l’unica forma d’edema.

Esistono diverse tipologie di ristagno che si dividono in localizzate o generalizzate: le prime sono causate da patologie che interferiscono con la circolazione venosa o linfatica, le seconde invece sono causate da malattie cardiache, o da insufficienze renali, epatiche o respiratorie.

Emil Vodder applicò il suo primo massaggio linfodrenante su un paziente che aveva infiltrazioni nei muscoli della nuca, infezioni sulla pelle del viso ed un ristagno cronico nelle mucose del naso che gli provocava continue sinusiti.

La corretta pratica del linfodrenaggio manuale, sia che si segua il metodo Vodder che con il metodo Leduc, deve rispettare 3 regole:

  1. Non provocare rossori sulla pelle: il linfodrenaggio manuale deve quindi essere eseguito in maniera dolce sulla pelle, svolgendo una piccola pressione della cute che deve essere accarezzata dalla pressione e non sfregata;
  2. Non produrre dolore nel paziente: quindi i linfonodi “toccati” dal massaggiatore devono essere manipolati con cura ed esperienza
  3. Manipolare prima le stazioni linfonoidali e poi quelle distali: l’apertura dei linfonodi ha lo scopo di creare un accesso immediato alla linfa rimossa, che potrà defluire senza problemi.

Il miglior esempio di linfodrenaggio manuale è quello eseguito sugli arti inferiori per risolvere il problema della cellulite: il massaggiatore avrà il compito di aprire il linfonodo inguinale, che è la stazione linfonodale più prossima alla gamba e solo successivamente effettuare il massaggio vero e proprio sull’arto colpito dal problema; il massaggio si dirigerà dal basso verso l’alto seguendo il corso dei vasi linfatici, smaltendo dolcemente il liquido bloccato che troverà nella stazione inguinale la sua via d’uscita.

Se queste sono le regole comuni ai due metodi, esistono significative differenze che differenziano la pratica Vodder da quella di Leduc e riguardano soprattutto la tipologia ed il numero di manovre da eseguire sul paziente.

I movimenti del massaggio manuale Vodder

Il linfodrenaggio Vodder è il massaggio linfodrenante manuale più diffuso ed utilizzato, anche se la medicina tradizionale in passato ne osteggiò e disapprovò la diffusione, perché era stato ideato da un dottore in filosofia e non da un medico. In realtà, Vodder studiò anatomia, medicina e biologia ma non riuscì a conseguire la laurea per problemi di salute.

Il linfodrenaggio Vodder si fonda su un tipo di manipolazione manuale dei tessuti in grado di migliorare il flusso della linfa e in presenza di ristagni, di sboccare il liquido in eccesso. Per ottenere i risultati sperati il linfodrenaggio Vodder utilizza dei movimenti, per lo più circolari e rotanti, che imprimono una pressione, di circa 40 gr. sulla pelle in grado di muovere trasversalmente e longitudinalmente la linfa lungo i vasi linfatici senza provocare strisciamenti.

Il metodo Vodder conta 4 movimenti fondamentali: a cerchi fermi, a pompaggio, erogatori e rotatori.

  1. Cerchi fermi: si tratta di un movimento in cui le dita sono piatte sulla pelle del soggetto e disegnano dei cerchi o delle spirali, a seconda della direzione del flusso linfatico. Solitamente questo movimento è utilizzato per agire sui linfonodi, sul collo o sul viso, anche se non è strano che sia un movimento utilizzato anche per le estremità e per il resto del corpo.
  2. Pompaggio: conosciuto anche come Tocco a Pompa, è un tipo di movimento in cui il palmo della mano è rivolto verso la cute del paziente, le dita si muovono seguendo la direzione del palmo e disegnano cerchi o spirali sulla pelle, ma i polpastrelli non vengono utilizzati. E’ un movimento che viene preferito per le parti curve di fianchi, gambe e braccia.
  3. Erogatori: questi movimenti sfruttano la capacità di rotazione del polso, che disegna delle spirali mentre è in pressione. E’ utilizzato soprattutto effettuare il linfodrenaggio su gambe ed avambracci.
  4. Rotatori: è un movimento pressorio che sfrutta il l’andamento oscillatorio del polso che disegna, assieme al resto della mano, una forma a spirale sulla cute del paziente. Mentre la mano è distesa ed esercita pressione, il pollice ruota seguendo l’andamento del flusso linfatico. Questo movimento è particolarmente efficace su schiena, petto e ventre.

Il linfodrenaggio Vodder conta due fasi principali, la prima di apertura, la seconda di rimozione del liquido in eccesso. A seconda della zona in cui è localizzato il problema, il massaggiatore “aprirà” la più vicina stazione linfonodale, o comunque quella di riferimento: se il problema è ad un arto inferiore verrà aperto il linfonodo inguinale, se è agli arti superiori quello ascellare e così via. Tale apertura è necessaria per preparare il linfonodo all’arrivo della linfa che verrà convogliata per essere smaltita. La seconda fase serve proprio a smuovere i liquidi in eccesso e convogliarli verso il linfonodo aperto.

Linfodrenaggio manuale Leduc

Il linfodrenaggio Leduc conta meno movimenti e prevede un protocollo diverso per ogni disturbo. Inoltre, nei pazienti che presentano edemi, in particolar modo sugli arti, il bendaggio è parte del trattamento, anche se non è un bendaggio compressivo.

I movimenti previsti dal linfodrenaggio Leduc sono due: la manovra di richiamo e quella di assorbimento.

  1. Manovra di Richiamo: viene eseguita sui cosiddetti collettori di evacuazioni che si trovano in basso rispetto alla zona che deve essere sottoposta a trattamento. Il movimento eseguito dal massaggiatore serve a svuotare i collettori, affinché una volta rimossa la linfa possa facilmente passarci.
  2. Manovra di assorbimento: viene eseguita sulla zona colpita dal ristagno e mira a smuovere i liquidi e a indirizzarli verso i vasi linfatici superficiali e da qui ai collettori.

Linfodrenaggio meccanico

Nonostante il massaggio linfodrenante o drenaggio linfatico nasca come una tecnica manuale, da alcuni decenni è affiancato da diverse strumentazioni che possono riprodurre gli effetti di questa pratica. In realtà il linfodrenaggio meccanico, utilizzato soprattutto come massaggio estetico, non sostituisce ma piuttosto affianca il linfodrenaggio manuale, infatti, l’uso contestuale delle due tecniche migliora e velocizza l’ottenimento dei risultati sperati. Inoltre, la presenza sul mercato di apparecchi molto maneggevoli ha trasformato il massaggio linfodrenante da trattamento da fare in studi e centri specializzati, a trattamento estetico da poter eseguire anche in casa.

Come abbiamo visto il linfodrenaggio meccanico è un tipo di massaggio soprattutto estetico, volto a vellutare la buccia d’arancia attraverso la rimozione dei ristagni. Le apparecchiature che agiscono sulla cellulite utilizzano un sistema pneumatico che imprime leggere pressione sui vasi linfatici dirigendo la linfa verso lo smaltimento.

Altri strumenti utilizzano gli ultrasuoni ad alta frequenza per stimolare i linfonodi e rimuovere la linfa in eccesso ed altri ancora gli impulsi elettrici, lavorando direttamente sui vasi linfatici ed impedendo la formazione di ristagni.

Benefici del massaggio linfodrenante

I benefici del massaggio di drenaggio linfatico sono molteplici e probabilmente a tutt’oggi ancora non sono stati chiariti tutti i possibili campi d’azione. Il linfodrenaggio viene utilizzato in maniera costante sia in ambito medico che in campo estetico per guarire più velocemente da disturbi e patologie o contrastare l’inestetismo della cellulite.

Tra i principali benefici in ambito medico possiamo ricordare:

Effetto anti edematoso: questo massaggio favorendo la circolazione della linfa e aumentandone la velocità consente di ridurre la superficie dell’edema, sia esso d’origine linfatica che d’origine diversa. Possono sottoporsi a questo trattamento donne nella fase premestruale, individui che hanno subito l’asportazione della vena safena, chi è stato sottoposto ad interventi d’urgenza sulle varici o ad una mastectomia. Possono comunque formarsi edemi a seguito di qualsiasi genere di intervento chirurgico o estetico, a seguito di traumi o di forti eruzioni allergiche. Sottoporsi ad una serie di sedute di massaggi linfodrenanti, in questi casi è comunque da intendersi come una terapia coadiuvante e non sostitutiva della terapia medica.

Effetto immunostimolante: agendo sui linfonodi, questo massaggio aumenta la resistenza dell’organismo alle infezioni, producendo una rigenerazione sia del liquido interstiziale che di quello cellulare garantendo una vita più lunga e più sana. In ogni caso non ci si deve mai sottoporre a sedute di linfodrenaggio nel corso di infezioni o patologie perché il massaggio sui linfonodi potrebbe provocare il loro proliferarsi.

Effetto cicatrizzante: il ripristino del corretto flusso di linfa nell’organismo fa sì che le ferite siano idratate nella maniera corretta. La linfa conduce con se elementi nutritivi in grado di ricostruire il tessuto e di asportare dalla ferita tutte le sostanze irritanti. E’ molto indicato in caso di piaghe da decubito ed ulcerazioni.

Effetto tonificante sulla microcircolazione: migliorando la circolazione della linfa all’interno dei vasi, migliora anche la mobilità dei capillari sanguigni che contraendosi con più facilità hanno una funzionalità potenziata.

Effetto rigenerante: sia sulle strutture ossee che sui tessuti, perché il miglioramento della circolazione dei liquidi fornisce nutrimento riparatore anche alle zone più disidratate.

Effetto antalgico: potenzia la funzione delle cellule inibitorie del dolore, mettendo a tacere la sensazione dolorifica.

Effetto rilassante e sedativo: favorisce il sonno in tutti i soggetti particolarmente ansiosi e stressati.

Dal punto di vista estetico il linfodrenaggio combatte la ritenzione idrica e la cellulite. I due fenomeni sono interconnessi, infatti entrambi dipendendo da ristagni di liquidi situati negli spazi interstiziali, che provocano nel primo caso dolore e pesantezza soprattutto negli arti inferiori e nel secondo, buccia d’arancia o vistosi noduli di grasso. L’azione del massaggio linfodrenante è molto importante in questo senso per coadiuvare uno stile di vita sano ed un’alimentazione corretta.

Linfodrenaggio in gravidanza

Il linfodrenaggio in gravidanza porta alla gestante innumerevoli benefici, ma, come per tante altre pratiche è meglio evitare di sottoporsi a questo trattamento, durante i primi tre mesi, in quanto sono i più delicati per il feto. Oltrepassato questo periodo critico, l’uso del linfodrenaggio in gravidanza è consigliato per prevenire la ritenzione idrica e stimolare il buon funzionamento del sistema linfatico.

Alla futura mamma, di norma, vengono consigliate sedute settoriali, ovvero sedute che agiscono solo su determinate zone del corpo, per non sottoporla ad eccessivi stress fisici. Le donne in gravidanza sono inoltre interessate da un’eccessiva sensibilizzazione dei capillari superficiali pertanto il massaggio linfodrenante risulta la migliore soluzione per farsi coccolare in maniera delicata.

Le donne che aspettano un bambino spesso soffrono di stipsi e, seppure il massaggio linfodrenate potrebbe portare benefici questo non è da praticare in profondità sull’addome in quanto potrebbe interferire con lo sviluppo del feto.

Linfodrenaggio alle gambe

Il linfodrenaggio alle gambe è stato il primo massaggio di drenaggio linfatico provato dai coniugi Vodder sui pazienti che soffrivano di gonfiori e ritenzione idrica. I Vodder infatti, identificarono la causa principale della ritenzione idrica nelle imperfezioni funzionali del sistema linfatico.

La linfa, non riuscendo a scorrere regolarmente all’interno dei canali, non è in grado di espellere gli scarti metabolici ed il liquido in eccesso che si ferma nei tessuti interstiziali dando vita al fenomeno della ritenzione idrica e della cellulite.

I massaggi linfodrenanti sulle gambe, vengono eseguiti con leggere pressioni che si muovono dal basso verso l’alto, in modo da spingere i ristagni verso il linfonodo inguinale; in questo modo la linfa ristagnante può essere espulsa e la sua effettiva rimozione si paleserà con un aumento della diuresi.

Le gambe che necessitano di un trattamento di linfodrenaggio non sono solo quelle colpite da ritenzione idrica o cellulite ma anche quelle:

  • Che devono affrontare un intervento chirurgico, in modo da migliorare la microcircolazione capillare
  • Che soffrono di varici, disturbi alla safena o di insufficienza venosa

Se si vuole contrastare la cellulite, oltre al linfodrenaggio manuale si può anche optare per il massaggio meccanico, mentre nel caso di patologie è sempre meglio affidarsi alle mani di un esperto.

Linfodrenaggio viso

I trattamenti di linfodrenaggio viso sono dei veri e propri trattamenti di bellezza utili sia a contrastare gonfiori ed inestetismi che a restituire tonicità e lucentezza alla pelle del volto. Solitamente questi massaggi sono eseguiti da un professionista abilitato e mescolano l’uso della tecnica tipica del trattamento linfodrenante all’uso di oli essenziali necessari ad idratare e nutrire la pelle.

Fra gli oli più utilizzati per eseguire un massaggio di drenaggio linfatico spiccano gli oli di pino, menta e cipresso che stimolano la circolazione sanguigna e linfatica, ma sono molto utilizzati anche gli oli di rosa canina e lavanda che agiscono da decongestionanti.

Il massaggio si compone di una fase detergente che serve a purificare il viso dalle impurità e di una fase linfodrenante vera e propria: in questa fase il massaggiatore sblocca le stazioni linfatiche del viso verso le quali saranno convogliati i liquidi in eccesso.

Solitamente, la linfa ristagnante sul viso viene rimossa attraverso i gangli ascellari, sottomandibolari, sotto clavicolari e quelli più piccoli situati vicino ad occhi, orecchie e naso.

Massaggio di drenaggio linfatico: chi lo esegue e quanto costa?

Ad eseguire un linfodrenaggio deve essere un fisioterapista o comunque un professionista esperto capace di applicarlo. La corretta esecuzione del massaggio dipende indubbiamente dai livelli di esperienza dell’esecutore che deve esercitare sulla pelle la giusta pressione, del peso di circa 40 gr. senza provocare dolore né arrossamenti sulla pelle. Se il massaggio non è eseguito correttamente non darà i risultati sperati.

Il massaggiatore, per stimolare il drenaggio, deve conoscere non solo l’anatomia umana ma anche la mappa del sistema linfatico, perché solo in questo modo sarà in grado di esercitare la giusta pressione nei diversi punti. Inoltre si consiglia al massaggiatore di avere le mani ben calde e di esercitare la sua professionalità in un ambiente comodo sufficientemente riscaldato, mentre il paziente deve avere le zone del corpo non interessate dal massaggio coperte e deve avere la possibilità di sistemarsi in una posizione confortevole in modo da non avere i muscoli tesi.

Il massaggio, della durata di circa 1 ora, si deve concludere con un periodo di riposo per il paziente, che deve essere lasciato disteso per 15-30 minuti. Il linfodrenaggio vero e proprio non fa uso di oli o creme che andrebbero a favorire lo scivolamento delle mani sulla cute, ma deve essere operato a secco direttamente sulla cute per ottenere l’attrito.

La durata dei trattamenti ed i costi variano a seconda della gravità del problema e a seconda della risposta del paziente al trattamento. Solitamente un trattamento linfodrenante completo ha una durata di 10 sedute da un’ora, un’ora e mezza ciascuna.

Se il disturbo da debellare è la cellulite si consigliano solitamente 30-40 sedute della durata di 30-60 minuti, secondo la tipologia di cellulite da combattere. Inizialmente le sedute vengono concentrate a distanza di pochi giorni una dall’altra, poi col tempo si allontanano sino ad arrivare a 2 sedute al mese. Il costo medio per una seduta di massaggio di drenaggio linfatico varia dai 30 ai 60 €.

Controindicazioni

Nonostante il linfodrenaggio sia un metodo che porta con sé diversi benefici al corpo umano, vi sono delle occasioni e degli individui che non possono proprio usufruirne. Parliamo in particolare di chi ha malfunzionamenti epatici e renali, chi è stato colpito da trombosi o flebiti, chi soffre di insufficienza cardiaca, asma e bronchite. Inoltre non possono assolutamente sottoporsi a massaggi di drenaggio linfatico i soggetti che hanno infezioni cutanee o batteriche in corso, perché gli agenti patogeni potrebbero moltiplicarsi.

Conclusioni

Il massaggio di drenaggio linfatico è il massaggio anticellulite per eccellenza, efficace sia per contrastare e debellare la buccia d’arancia che per risolvere il problema della ritenzione idrica. E’ il massaggio per le donne di tutte le età che possono ritrovare la forma perfetta con un piccolo sacrificio economico, ma non dimentichiamo che la bellezza paga sempre.