Diverticolite: cos’è, la patologia, come si cura

Malattia particolarmente diffusa nei paesi industrializzati, la diverticolite è un’infiammazione delle mucosa diverticolare provocata in parte da un’innata predisposizione genetica e dall’altra da una cattiva alimentazione. Proprio per questo motivo è importante adottare un regime alimentare in grado di prevenire questa patologia, in quanto se tende ad aggravarsi bisogna ricorrere a trattamenti farmacologi e chirurgici.

Ma di cosa si tratta? Quali sono i sintomi e i fattori di rischio? Ma soprattutto quali sono le cure possibili e la dieta da seguire? Scopriamolo assieme!

Cosa sono i Diverticoli

I diverticoli sono delle estroflessioni, come delle piccole bolle, che si formano lungo la parete del colon e che si gonfiano verso l’esterno attraverso dei punti di minor resistenza della stessa parete muscolare. Può spesso capitare che i diverticoli siano conseguenza di forti pressioni esercitate per esempio quando si espellono le feci oppure in caso di stitichezza. Particolarmente frequenti nella parte inferiore sinistra del colon, possono essere presenti sia in modo sporadico che diffuso. Tutti i settori del canale alimentare possono originare diverticoli e quest’ultimi possono essere presenti fin dalla nascita oppure formarsi nel corso della vita. Nel primo caso l’estroflessione interessa anche la parete muscolare, mentre nel secondo caso va ad interessare solamente la tonaca mucosa e quella sierosa.

Differenza tra Diverticolosi e Diverticolite

Diverticolosi
Con il termine diverticolosi si fa riferimento alla presenza di diverticoli, senza che vi sia uno stato di infiammazione. Quasi sempre asintomatica, senza quindi manifestare segni della sua presenza, la diverticolosi non viene considerata una vera e propria malattia, bensì un’anomalia congenita o acquisita.

Diverticolite
Quando i diverticoli risultano infiammati, invece, si tratta di diverticolite. Quest’ultima è responsabile dell’insorgere dei sintomi e delle complicanze tipiche della malattia diverticolare. Malattia del colon, la diverticolite rappresenta la complicazione della diverticolosi e le principali sedi di introflessione sono gli orifizi di passaggio dei vasi sanguigni.

Stato di transizione da sindrome a diverticolosi

Con il termine stato prediverticolare si fa riferimento a quello che viene considerato da molti come lo stato di transizione fra la sindrome del colon irritabile e la diverticolosi.

Sintomi della diverticolosi e diverticolite

La diverticolosi è una patologia asintomatica e nella maggior parte dei casi viene scoperta in modo del tutto occasionale in seguito ad un’indagine endoscopica o radiologica eseguita per verificare altre possibili problematiche, come ad esempio polipi intestinali o sanguinamenti. Una volta scoperta la diverticolosi, però, non bisogna preoccuparsi. Nella maggior parte dei casi, infatti, può continuare a non presentare sintomi per tutto il resto della vita.

Quando la diverticolite non è particolarmente forte, i suoi sintomi possono essere spesso confusi con quelli del colon irritabile. A tal proposito è bene ricordare che quelli più frequenti sono: dolore spontaneo o provocato, alvo alterno con prevalenza di stipsi e meteorismo.

Al contrario, quando la diverticolite è acuta, manifesta i suoi sintomi in modo esplicito e tra questi si annoverano: dolori localizzati, febbre con brividi, alvo chiuso, aumento dello stato di infiammazione, coliche e rettorragia, ovvero espulsione di sangue conseguente ad una emorragia diverticolare Da non sottovalutare inoltre crampi o dolori addominali di varia entità che vanno ad interessare in particolar modo l’addome inferiore sinistro.

Possibili complicanze
Solo nel 20% dei casi i diverticoli si manifestano in modo palese e di questi circa il 2% deve essere soggetto a uno o più ricoveri, mentre lo 0,5% deve ricorrere ad un intervento chirurgico. Tra le complicanze più gravi si annovera la peritonite, ovvero l’infiammazione del peritoneo che è una specie di sacca che va a rivestire la cavità addominale. I diverticoli infiammati, infatti, potrebbero rompersi finendo per rilasciare delle scorie intestinali all’interno dell’addome.

Chi ne è più soggetto

Per individuare la diverticolosi è necessario effettuare un’indagine specifica, come ad esempio ecografia addominale, retto-colonscopia e tomografia computerizzata. Essendo asintomatica, infatti, non è facile determinare l’incidenza di questa patologia in quanto può accadere di non accorgersene. È invece più facile determinare l’incidenza della diverticolite che va a colpire circa il 10% delle persone con più di 40 anni ed il 50% degli over 60. La diverticolite interessa soprattutto il lato sinistro e va a colpire eccezionalmente i bambini, raramente gli adulti under 40, mentre è abbastanza frequente nelle persone con più di 60 anni.

In particolare quasi il 40% della popolazione di età compresa tra i 40 ed i 55 anni è portatrice di diverticoli e nella fascia di età compresa tra i 70 e gli 80 anni l’incidenza della diverticolosi è pari quasi al 70-80% della popolazione. Sebbene siano più frequenti tra le persone anziane, i diverticoli possono comparire a qualsiasi età e tanto più precocemente insorgono i sintomi, tanto maggiore sarà il rischio di complicanze. Le donne hanno circa due volte in più la probabilità di sviluppare la diverticolite rispetto agli uomini e questi dati sono destinati ad aumentare a causa del peggioramento dello stile di vita e delle abitudini alimentari.

Quali sono i fattori di rischio

Come già detto, la diverticolite è un’infiammazione dei diverticoli. Quest’ultimi possono essere il risultato della debolezza delle pareti dell’intestino e il loro progressivo indebolimento con il passare degli anni potrebbe spiegare perché questa patologia colpisce soprattutto gli anziani. Oltre al fattore anagrafico, ad incidere è anche una dieta con un scarso apporto di fibre e acqua che assieme ad una maggior pressione di tipo intraluminale comporta una spinta dall’interno verso l’esterno, portando al ripiegamento delle estroflessioni nei punti maggiormente deboli.

La diverticolite, inoltre, diventa acuta nel caso in cui si verifichino le seguenti situazioni:

  • L’ostio diverticolare si ostruisce per colpa delle feci ristagnanti nella tasca e la conseguente comparsa di fenomeni di tipo flogistico.
  • Nel caso in cui l’ostio diverticolare si perfora si forma dell’ascesso periviscerale che va ad associarsi ad una situazione di peritonite.
  • Sanguinamento conseguente all’erosione di vasi sottostanti oppure emorragia.

Come curare la diverticolite: consigli

La cosiddetta “dieta per la diverticolite” non è un metodo con il quale provare a curare la malattia diverticolare, bensì un sistema grazie al quale si cerca di prevenire la possibile evoluzione infiammatoria. Proprio per questo motivo è importante avere un regime alimentare appropriato, che pur non potendo eliminare i diverticoli, aiuta sicuramente a prevenire l’infiammazione. Scopriamo quindi assieme quali cibi mangiare e quali invece è meglio evitare.

Cibi consigliati
Se si ha la diverticolosi e si vuole prevenire la diverticolite è opportuno mangiare alimenti ricchi di fibre solubili, come ad esempio ortaggi e frutta senza buccia, cereali, pseudo cereali non integrali, alghe e legumi decorticati.

Altamente consigliati anche cibi ben idratati, come frutta e verdura da mangiare preferibilmente crudi. Per evitare possibili infezioni o proliferazione batterica, inoltre, si consiglia di mangiare alimenti completamenti masticabili o comunque con poco residuo solido.

Sì ad alimenti probiotici e magri
In caso di diverticolite grave si consiglia di preferire cibi liquidi a quelli solidi e per prevenire questa malattia è opportuno introdurre nella propria alimentazione cibi probiotici in grado di rinforzare la flora batterica intestinale. Tra questi si annoverano yogurt, latticello, tofu, kefir, tempeh, cetriolini, crauti e miso.

È inoltre importante mangiare alimenti magri e a proposito di carne e pesce si consiglia di mangiare tacchino, pollo, lombo di maiale, platessa, orata e branzino.

Cibi sconsigliati
Come già detto, tra le cause della diverticolite vi è l’alimentazione scorretta e oggi scopriremo assieme quali alimenti è preferibile non mangiare o quantomeno limitare in caso di diverticolosi e per prevenire la diverticolite.

No ad alcuni tipi di bevande
Tra le bevande sconsigliate si annoverano alcolici, caffè, tè, ginseng, cacao ed energy drink in quanto ricchi di xantine. Sono inoltre da evitare anche bibite gassate, acide e un’assunzione eccessiva di latte.

No a spezie e cibi piccanti
Evitare anche alimenti difficili da masticare o con una componente solida eccessiva come frutta secca, quali noci e mandorle, semi di frutta dolce, come uva e melograno, oppure la buccia di alcuni ortaggi, come ad esempio melanzane e pomodori.

È opportuno anche evitare l’abuso di cibi e spezie piccanti come pepe, peperoncino, aglio, cipolla, rafano, zenzero, alcuni tipi di formaggi e salumi.

No all’abuso di cibi grassi
Non è consigliabile eliminare del tutto i cibi grassi dalla propria alimentazione in quanto sono in grado di esercitare un effetto lubrificante nell’intestino, facilitando di conseguenza l’evacuazione e prevenendo situazioni di stitichezza. Allo stesso tempo non bisogna mangiarne in quantità eccessiva e si consiglia di evitare soprattutto alimenti con lipidi di scarsa qualità, come quelli dei cibi spazzatura come snack, fast-food e dolciumi.

Rimedi naturali
In caso di diverticolite è possibile utilizzare alcuni rimedi naturali, come ad esempio piante o estratti lassativi a base di fibra solubile, non irritanti, come ad esempio gomme di Guar, di karava, semi di psillio e fibra estratta, amorphophallus koniac e glucomannani estratti, mucillagini come agar agar. Consigliato anche l’utilizzo di integratori di probiotici e di molecole antinfiammatorie e antiossidanti.

Pur non conoscendone la correlazione, sembra inoltre che omega 3, antiossidanti polifenolici, antiossidanti minerali a base di zinco e selenio, antiossidanti vitaminici a base di vitamine A, C ed E possano contribuire a ridurre l’infiammazione dei diverticoli.

Cure Farmacologiche

In alcuni casi la diverticolite deve essere necessariamente curata attraverso l’utilizzo di farmaci e tra questi si annoverano antibiotici non assorbili nell’intestino che sono in grado di agire nel colon senza entrare in circolo. Durante la fase acuta è possibile utilizzare antibiotici sistemici a base di ciprofloxacina, metronidazoli e clindamicina. In alcuni casi, inoltre, è possibile utilizzare degli analgesici non steroidei, prestando tuttavia attenzione a possibili effetti indesiderati come ad esempio stitichezza o ritardo nell’insorgenza di sintomi.

Le cure farmacologiche appena indicate devono essere considerate semplicemente come un quadro generale delle possibile cure da utilizzare per la diverticolite. Ovviamente non bisogna assumere dei farmaci fai da te, ma è fondamentale chiedere sempre il parere del medico che potrà aiutarvi a definire la cura più farmacologica più adatta alle proprie condizioni. Nel caso in cui la diverticolite non risponda correttamente alla terapia farmacologica o si complica, infatti, potrebbe essere necessario ricorrere ad un intervento chirurgico basato sull’escissione della zona intestinale interessata.

Come prevenire la diverticolite

Prevenire è meglio che curare, tuttavia la prevenzione non può essere adottata per la diverticolosi congenita, mentre può risultare particolarmente efficace per quella acquisita o per cercare di impedire l’evoluzione in diverticolite. In particolare in presenza dei sintomi di questa patologia è fondamentale rivolgersi al proprio medico per avere una diagnosi e per prevenirla è importante seguire una dieta equilibrata. Se presente, bisogna anche prevenire e curare la stipsi. È inoltre importante rispettare la cura farmacologica preventiva prescritta e praticare attività sportiva. In caso di diverticolite, inoltre, è necessario seguire uno stile alimentare parenterale che deve essere associato all’assunzione di antibiotici.

Dieta per prevenire la diverticolite

La dieta per prevenire la formazione della diverticolite è una vera e propria terapia alimentare grazie alla quale è possibile ridurre la possibile formazione dei diverticoli e ridurre la possibilità di una loro infiammazione. Questa dieta si basa sul corretto apporto di fibre, ma anche di prebiotici e probiotici. A tal proposito si consiglia di:

  • Apportare almeno 30 grammi di fibre al giorno, così come generalmente suggerito per avere un regime alimentare corretto.
  • Bere almeno 1 ml di acqua per kcal assunta o comunque 1 litro e mezzo / 2 litri al giorno.
  • Aumentare l’apporto di fibre solubili, evitando invece quelle insolubili. È importante inoltre ricordare come alcune tipologie di fibre solubili siano particolarmente importanti in quando in grado di esercitare un’importante azione prebiotica.
  • Assumere alimenti e/o integratori probiotici.
  • Evitare cibi difficili da masticare o contenenti porzioni difficile da digerire come ad esempio buccia o semi.

Conclusioni

Prevenire l’insorgere della diverticolite o contribuire a rafforzare una terapia contro quest’ultima, quindi, è possibile. Cambiando la propria dieta ed optando per un regime alimentare adeguato, si possono avere grandi vantaggi in termini di miglioramento delle condizioni di salute e benessere del proprio corpo. In particolare è importante ricordare che in caso di diverticolosi è sufficiente una dieta ricca di fibre.

Se, invece, sopraggiunge la diverticolite è necessario ricorrere all’assunzione di antibiotici a rilascio intestinale, antinfiammatori e fermenti lattici. Se la situazione peggiora è fondamentale rivolgersi al medico.

Grazie a questi semplici accorgimenti, in circa il 90% dei casi è possibile eliminare l’infiammazione dei diverticoli senza ricorrere ad un intervento chirurgico. In ogni caso la parola d’ordine è non sottovalutare questa patologia.